Il Vicariato per la Cultura della Curia diocesana di Assisi ritiene necessarie alcune precisazioni circa la mancata autorizzazione vescovile dello spettacolo di Dario Fo sulla Piazza inferiore della Basilica di S. Francesco in Assisi. I commenti letti su alcuni giornali o ascoltati in televisione, infatti, hanno spesso travisato la verità. È stato scritto che il Vescovo avrebbe negato la Piazza per il timore di vedere messa in discussione la paternità di Giotto del ciclo pittorico francescano della Basilica superiore. Nulla di più falso, sia perché l’ipotesi è tutt’altro che originale, dibattuta com’è da moltissimo tempo tra gli specialisti, sia soprattutto perché – Giotto o non Giotto – nulla cambierebbe della figura del Santo, della spiritualità francescana, come pure della suggestione estetica degli affreschi tradizionalmente attribuito a Giotto. Qualora, anzi, si dovesse giungere ad un’altra attribuzione, prenderemo volentieri atto di un altro grande maestro nel cantiere artistico della Basilica assisana. Stupisce che tanti commentatori abbiano preso per buona questa ridicola motivazione. È stato anche affermato che i frati della Basilica sarebbero stati favorevoli all’iniziativa. La verità, invece, è che il Vescovo si è orientato in pieno accordo con la Comunità del Sacro Convento, e dopo aver sentito anche altre componenti del mondo francescano di Assisi. Si precisa inoltre che la decisione del Vescovo, come risulta in modo inequivocabile dalla sua lettera al Sindaco di Assisi, ha motivazioni di natura esclusivamente pastorale. ‘Nel nostro indirizzo pastorale ‘ vi si legge ‘ stiamo facendo lo sforzo di rileggere il Santo di Assisi nella sua specificità religiosa, riconducendolo alla sua scelta di Cristo e della comunione ecclesiale. Altre letture, di tipo più culturale e problematico, sono possibili, ma in altri contesti appropriati al loro livello’. Alla luce di tale indirizzo, si comprende la perplessità derivata al Vescovo e ai suoi collaboratori in seguito all’attento esame del monologo scritto dall’attore, ove soltanto mezza pagina ‘ e pure scarsa! ‘ è dedicata alla questione ‘Giotto non Giotto’ mentre tutte le altre – ben 22 – riguardano vicende più o meno fantasiose di Francesco e dei suoi compagni. Il rischio di vedere la figura di Francesco presentata, in un luogo religiosamente così significativo come la Piazza inferiore della Basilica a lui dedicata, in modo quantomeno inadeguato non poteva essere corso. Ed era da prevedere lo sconcerto di tanti devoti, e forse anche di ammiratori e studiosi di Francesco. Ad Assisi non mancavano altri luoghi per una simile rappresentazione. ‘
Va infine rilevato che la lettera con cui il Vescovo ha comunicato al Sindaco di Assisi la ponderata decisione è stata improntata a sentimenti ed espressioni di grande rispetto per l’attore insignito del premio Nobel. Al contrario, nelle pur legittime e prevedibili sue reazioni, non è emerso quel senso di rispetto e di misura che deve sempre contrassegnare un civile dibattito e che ci si aspetta soprattutto da chi fa professione di cultura.
Il luogo sbagliato
Precisazioni della Curia di Assisi sul 'caso Fo'
AUTORE:
Mons. Vittorio Peri