Ha varcato la soglia dell’XI edizione il premio televisivo Santa Chiara di Assisi, promosso dalla diocesi e dalle Famiglie francescane in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Dopo il benvenuto offerto da padre Enzo Fortunato al pubblico raccoltosi domenica scorsa 14 febbraio presso la sala della Conciliazione, il dibattito ha tentato di dare una risposta all’interrogativo: “Esiste la positività dell’informazione televisiva?”. Una domanda in sintonia con un’espressione pronunciata da Benedetto XVI l’8 dicembre 2009: “Ogni giorno attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e in qualche maniera intossicandoci perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono”. Il vicedirettore generale della Rai Lorenza Lei, in riferimento ai tanti produttori che creano la rivoluzione digitale e internet, ha ammesso che talvolta l’equilibrio tra quantità e qualità dei programmi si disperde, così che avanza il rischio di confondere lo spettatore, comprese le nuove generazioni. La svolta può tradursi nel rispetto di questi elementi-chiave: buon gusto, etica, utilità, coraggio di difendere valori autentici che si pongono alla base di una identità. Il sindaco di Assisi Claudio Ricci ha auspicato una sempre maggiore positività dell’informazione prendendo atto che la Rai, in occasione del terremoto del settembre ’97 e della successiva ricostruzione, è stata capace di interpretare il dramma dell’evento raccontando emozioni ed esperienze. Il vescovo mons. Sorrentino, esaltando la scelta di santa Chiara come patrona della televisione, si è premurato di evidenziare come il “televedere” sottintenda un’esperienza mistica che propone la “trasparenza”, concetto successivamente ampliato durante la celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso nella basilica di Santa Chiara con l’accompagnamento canoro delle Clarisse. “Televisione e altri mezzi di comunicazione – ha sottolineato il Vescovo – scandiscono l’esistenza quotidiana, aperti in linea di principio al bene e al male. Concedono una vita virtuale, meglio ancora se proponessero una vita virtuosa. Auspichiamoci che la televisione diventi un moltiplicatore di santità”. Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, emozionato per trovarsi in Assisi dove è vissuto con la sua famiglia e dove ha iniziato l’attività giornalistica nelle pagine del settimanale La Voce, ha approfondito una analisi scevra di preconcetti, discernendo programmi eccelsi e programmi disorientanti, i primi spesso relegati a notte fonda; comunque “mamma Rai” ha garantito nel tempo un servizio positivo in favore dell’unità nazionale. Esplicito il suo ringraziamento nei confronti del predecessore Dino Boffo, che ha trasformato in positivo Avvenire. Il sottosegretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali Angelo Scelzo ha riproposto il messaggio del Pontefice ai sacerdoti, notando come la televisione ed altri mezzi costituiscano anche uno strumento pastorale disponibile per la costruzione del bene comune. È toccato quindi alla presidente del comitato preposto al Premio, Daniela Fanelli, tracciarne in sintesi la storia. Il premio venne istituito nel 1988 con la piena disponibilità della Curia diocesana e con l’impulso determinante di mons. Vittorio Peri. Duplice lo scopo: dare rilevanza alla proclamazione di santa Chiara quale patrona della televisione (stabilita il 14 febbraio 1958 da Pio XII) e valorizzare trasmissioni che evidenzino i più nobili valori umani. L’attrice Anna Maria Bianchini ha dato lettura del brano che ispirò il patrocinio televisivo in onore di Chiara: la sua partecipazione visiva nella notte di Natale 1252 alla liturgia che si svolgeva nella basilica di San Francesco mentre la stessa gravemente malata era distesa nel suo giaciglio tra le mura del monastero di San Damiano. Il premio televisivo Santa Chiara 2010 è stato consegnato a Lux Vide. Motivazione letta dal vicario episcopale per la cultura mons. Vittorio Peri: dal 1992 la Lux Vide realizza programmi televisivi di alto profilo artistico, culturale e spirituale. Da ricordare la collana ispirata alla Bibbia e a figure del mondo ecclesiale come Papa Giovanni, Madre Teresa, Giovanni Paolo II, sant’Agostino; gli stessi episodi della serie Don Matteo presentano chiari messaggi di fede e di speranza cristiana. L’omaggio è stato consegnato a Luca Bernabei, figlio di Ettore, fondatore nel 1992 della casa produttrice. La menzione speciale è stata assegnata a Carlo Conti. Motivazione letta da Daniele Morini: per il suo impegno professionale connotato da cortesia, gradevole humor, rispettoso verso il vastissimo pubblico e contraddistinto da un limpido linguaggio, per nulla inquinato da seduzioni modaiole. L’omaggio è stato consegnato al noto conduttore televisivo da padre Giuseppe Piemontese, custode del Sacro Convento. Finale scintillante grazie all’intervento del premiato.
Il lato buono della tv
Premio televisivo Santa Chiara alla casa di produzione Lux Vide. Menzione speciale al presentatore Carlo Conti
AUTORE:
Francesco Frascarelli