Venerdì 9 marzo, tornando da Perugia verso Gubbio. Sì, la strada di Casaglia è ripida, ma sono le 12,58, e tu accelera un po’ ché troviamo chiuso! E infatti l’abbiamo trovato chiuso, mannaggione!, il forno di Pontevalleceppi, quello che produce il pane integrale più onusto di gloria: gradevole, fragrante, digeribile, durevole nel tempo, miracoloso contro la stipsi e l’ipocondria. Mannaggione. Tutt’e tre delusi. Mannaggione. Ripresa la strada verso Gubbio, dallo sportello posteriore destro dell’auto che ci si para d’innanzi, si sporge un bambino. Un frugoletto. Otto, nove anni. Bruno, riccioluto. Vivo, almeno per ora. Prelevato all’uscita dalle elementari, adesso si sporge con tutto il busto, otìo che cade! L’almo genitore guida, impassibile. In auto ci sono solo loro due. L’auto sfiora un albero, otìo che je fa en bozzo en testa grosso cossì! Nulla. Il genitore/autista, anche senza il berretto d’ordinanza, ha l’impassibilità dello chauffeur del Segretario generale dell’Onu. Allo stop il frugoletto si dedica a noi. Dapprima, pur non avendone noi avanzato richiesta veruna, porta la mano sinistra ad agganciare il gomito destro e ci fa vedere dove portava l’ombrello il nonnino suo; poi, con le manine a imbuto intorno alla boccuccia (Otìo che cade!) ci sillaba contro: ‘Vaff’. L’almo genitore ‘ un convitato di marmo. Al bivio ci separiamo. Un’ultima boccaccia, un’ultima parolaccia: Au révoir mon énfant! Otìo che cade! Mi assopisco e medito. Sul futuro del frugoletto e sul futuro di tutti noi, inquilini del Bel Paese. Che succederà, una volta a casa? Prima o poi i due tapini, responsabili della presenza del frugoletto nel mondo, troveranno un quarto d’ora da dedicargli? Se sì, che ne faranno? Avvieranno col frugoletto un colloquio pedagogico, oppure lui, col beneplacito di lei, lo prenderà a sganassoni? Questa seconda fu la soluzione che mi salì dai precordi il giorno che una giovane coppia mi appalesò il ‘dramma’ familiare dei due figli adolescenti: ‘Lui -16 anni – mangia solo cibi biologici testati’. Signora, non è il caso di piangere! ‘Lei – 14 – veste solo abiti firmati’. Amico mio, non è il caso di scrollare la testa. Io consigliai un friccò alla romana per lui e un visone per lei. ‘Ma padre!! Vuole che li avalliamo?!’. Noo! Dovetti spiegarmi: per ‘friccò alla romana’ intendevo un battuto, una orditura, la calibrata somministrazione di sberle vere, ancorché affettuose. E ‘visone’ voleva essere l’accrescitivo di ‘viso’. Oppure quel quarto d’ora i due genitori non lo troveranno mai, e il frugoletto passerà 6 ore al giorno davanti alla Tv, a proseguire da solo quel cammino nella vita che ha così trionfalmente iniziato? E allora capite perché, oltre che sul futuro del frugoletto, quel venerdì 9 marzo mi veniva da meditare sul futuro di noi inquilini del Bel Paese?