Si è svolta nel fine settimana scorso presso il teatro degli Illuminati la 28a edizione dell’ormai storico Convegno de L’altrapagina. L’argomento che gli organizzatori hanno scelto di trattare quest’anno è “Ritorno a Gesù”, per la ravvisata necessità di tradurre la fede nello spazio pubblico attraverso la più ampia considerazione dell’Umano. L’apertura del convegno è stata affidata a don Achille Rossi, che ha tracciato un’immagine di Gesù come un “uomo disarmato” il cui messaggio pacifico ha destato inquietudine nella società di allora, e che desta scandalo anche ai giorni nostri con quella via nuova indicata dal Maestro, fatta di apertura e rispetto dell’altro.
La partecipazione di Maurice Bellet, grande studioso della condizione umana al confine tra filosofia e religione, prevista per sabato mattina, non è stata possibile per motivi personali dovuti anche all’età del relatore; tuttavia è stata proiettata una video-relazione preparata dal filosofo francese appositamente per il pubblico di Città di Castello. Credere nell’Umano – dice Bellet – significa essere consapevoli che in ciascun uomo c’è qualcosa di positivo che gli permette di vivere con giustizia. Questa fede non può essere limitata solo ad alcuni aspetti della vita, a quelle poche convinzioni umane sulle quali c’è un consenso diffuso, “molle”, così allargato da essere talvolta poco significativo. La fede nell’Umano va estesa anche a quelle questioni su cui non c’è consenso, sulle quali prevale la sopraffazione che impedisce di vivere in un rapporto armonioso con l’altro. Il mezzo per superare queste difficoltà è – secondo il filosofo francese – il dialogo. Se lo si desidera veramente, le differenze non sono fonti di conflitto ma basi su cui ragionare, purché nel confronto non si cerchi solo conferma alle proprie idee. “In tutto ciò – conclude Bellet – essere cristiani significa avere fede in un Dio che si rivela all’umanità con tenerezza (agape), rendendo possibile una relazione di fratellanza che genera un atteggiamento di riconoscenza dell’altro e di dialogo anche nei confronti di chi non ha il mio stesso credo”.
Al termine della video-relazione, Roberto Mancini ha commentato il tema aprendo la strada al successivo dibattito. Mancini ha esordito sottolineando come per nessuno sia così difficile tornate a Cristo come per il cristiano, soprattutto riguardo all’esperienza di fraternità che rappresenta la via nuova indicata da Gesù. Il cristiano deve approfondire il significato di “umano” considerando che questo temine nel linguaggio comune è spesso limitato alla definizione di limite o di tenerezza tipici della nostra natura. Avere fede nell’Umano rappresenta l’adesione al messaggio nuovo di Cristo che invita a una relazione con l’altro ben diversa dall’integralismo, il quale identifica la verità con il potere e il dominio. È il Vangelo che, come luce che illumina il cammino, libera l’uomo dall’attaccamento disumanizzante al male e dalla rassegnazione al male, tipico atteggiamento del nostro tempo. Tornare a Gesù – conclude Mancini commentando Bellet – oggi significa non accontentarsi di una fede “molle” ma vivere con coerenza il messaggio cristiano, riconoscendo in ogni essere umano, fonte divina di realizzazione, la capacità di uscire dal male.
Ospiti d’eccezione
Oltre alla presenza virtuale di Maurice Bellet, il convegno de L’altrapagina ha avuto due ospiti eccellenti. Antonietta Potente, suora domenicana che vive da anni in Bolivia, è annoverata tra le più vivaci teologhe a livello internazionale. Nella sua analisi della realtà umana, evidenzia l’urgenza di trovare il modo giusto per “vivere insieme” conservando la dimensione umana, al di là delle tante divisioni strumentali che sempre la storia dell’umanità ripropone.
Giovanni Ferretti, ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Macerata, fondatore e condirettore della rivista Filosofia e Teologia, ravvisa la necessità di un profondo ripensamento della dimensione umana alla luce di una nuova fede nell’Umano guidata dal messaggio del Vangelo, capace di animare gli uomini di ogni tempo e di ogni cultura. Nel percorso di ritorno a Gesù, secondo Ferretti, sarebbe possibile tradurre la fede in uno spazio nuovo, in un mondo secolare libero da ogni residuo di fondamentalismo.