Dei Verbum, n. 4/b: Cristo completa la rivelazione:
“Cristo, vedendo il quale si vede anche il Padre, col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione di Sé, con le parole con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l’invio dello Spirito Santo, compie e completa la rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte, e risuscitarci per la vita eterna. L’economia cristiana dunque, in quanto è alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non è da aspettarsi alcun’altra rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo”.
Scrive il card. Gianfranco Ravasi, ricordando la Storia di Cristo (1921) di Giovanni Papini – un convertito esuberante! -: la convinzione è costante, il “dolce fratello quotidiano” Gesù ci è assolutamente necessario perché l’intelligenza da sola, non ci salva; il progresso tecnico non significa automaticamente civiltà e umanità, un vago teismo ignora il fuoco dell’evangelo.
“Tutti hanno bisogno di te, anche quelli che non lo sanno, e quelli che non lo sanno assai più di quelli che lo sanno… Quanto è grande, immisurabilmente grande il bisogno che c’è di lui!”.
Lui è “l’uomo che nasconde Dio nella sua scorza di carne, il Dio che ha ravvolto la sua divinità nel fango di Adamo…”.
E così tutta la vita di Gesù di Nazareth (“dall’umiltà della nascita alla carità della croce”, come prega san Francesco d’Assisi), è il desiderio urgente di rivelare agli uomini il cuore di Dio Padre.
Tutto quello che si vede, di Gesù, diventa allora segno dell’invisibile.
E perché l’uomo abbia la capacità di leggere questi suoi segni, Gesù ha promesso un altro “Consolatore”, il suo Santo spirito, per guidarci alla verità tutta intera.
Tutta intera, la grande storia della Chiesa – ma anche la nostra piccola storia personale – diventa così il luogo dove si manifesta il progetto d’amore del Padre.
Se la percorriamo, anche solo con uno sguardo rapido, come dall’alto, possiamo intravedere il filo d’oro della presenza dello Spirito, pur intrecciato con i fili anche poveri delle vicende umane e della fragilità degli uomini di chiesa.
I Pontefici del secolo scorso:
Papa Giovanni e il Concilio, il vento impetuoso e primaverile. Papa Paolo VI, l’entusiasmo dentro le nuove forme. Il breve sorriso di Papa Giovanni Paolo I. La lunga stagione di Giovanni Paolo II. Papa Benedetto, il teologo (con il gesto coraggioso della rinuncia).
E finalmente Papa Francesco, venuto dai confini del mondo, con la sorpresa, già quella prima sera, del saluto e della benedizione chiesta alla folla di piazza San Pietro. E le sue lettere, immerse nella gioia: Evangelii gaudium, Amoris laetitia, Gaudete et exsultate, Laudato si’, Fratelli tutti, Patris corde…
Si realizza così la promessa di Gesù: “Lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera”.
Non abbiamo bisogno di altro!
Ogni tanto si sente dire di apparizioni e messaggi da parte della Madonna. Ammesso che si tratti di fatti reali, sono rivelazioni solo private, che non aggiungeranno niente alla rivelazione del cuore di Dio. Ci basta Gesù e il suo Vangelo!
don Saulo Scarabattoli