Un breve ma intenso itinerario dedicato a una delle scene più delicate, struggenti e intime della Passione di Cristo. Nel vespro del Venerdì santo, Gesù è deposto dalla croce e viene accolto fra le braccia di sua madre. Il tema della Pietà non è raccontato nei Vangeli, né fra gli scritti apocrifi, ma deriva dal misticismo del XIV secolo, specie da quello dei conventi femminili d’oltralpe. Cercando fra le opere presenti sul territorio, spesso non esposte o appartenenti a collezioni private, il Museo diocesano di Gubbio ha voluto creare un percorso artistico sul “dolore al femminile”. Quello della Vergine Maria accanto al Cristo Morto. “Il museo della nostra diocesi si caratterizza ormai per queste iniziative che prende ogni anno – spiega il direttore dell’ufficio diocesano per i Beni culturali, Paolo Salciarini – per rendere più viva la presenza del museo stesso nella nostra città. Abbiamo iniziato con un itinerario sulle memorie francescane, lo scorso anno abbiamo trattato il tema del Cristo Deposto e Risorto, quest’anno quello delle Pietà presenti sul territorio”. Il pezzo forte della piccola rassegna eugubina è un’Addolorata che tiene sulle ginocchia il corpo del figlio, privo di vita ma ancora sanguinante. Con il lembo del mantello sembra asciugarsi le lacrime, ma anche tamponare le ferite di Gesù. Il gruppo plastico, in stucco duro policromo, è attribuito ad uno scultore girovago di formazione nordica, ma attivo fra Umbria e Marche. La composizione è completata da San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena, statuette in legno scolpito e dipinto, realizzate tra il XV e il XVI secolo. I due santi, come da iconografia dominante, sono presenti in molte altre delle Pietà esposte a Gubbio. Nella tela cinquecentesca di un ignoto pittore eugubino compare invece il patrono della città umbra, sant’Ubaldo. Stupenda anche l’opera ispirata ai canoni michelangioleschi, molto simile a un disegno del maestro eseguito per Vittoria Colonna, oggi conservato a Boston. L’itinerario continua anche nelle altre sale del museo, con una lunetta affrescata del Quattrocento, e nella vicina cattedrale, con la Pietà di metà Cinquecento di Dono Doni. Il Cristo Morto è accolto da una Madonna silenziosa e attonita, e circondato dalle pie donne. “Con le ‘Pietà’ – spiega don Pietro Vispi, direttore del museo e autore dell’introduzione al catalogo della mostra – la corporeità, il dolore fisico, la visibilità della femminilità ferita diventano elementi palesi, e proposti per meglio comprendere il senso del dolore”. Nel catalogo le opere vengono illustrate in maniera dettagliata dalle schede di Francesco Mariucci e Ettore Sannipoli.
Il dolore al femminile
Il Museo diocesano di Gubbio ha creato un percorso artistico dedicato alla Passione di Cristo
AUTORE:
Daniele Morini