Dopo tanto parlare di federalismo, sussidiarietà, autonomia locali, decentramento, devolution… e così di seguito, si passa ai fatti. La Regione dell’Umbria deve darsi il suo statuto, la sua “carta cosituzionale”, un “privilegio” che fino a ieri (fino alla legge costituzionale del 1999 che ha introdotto l’elezione diretta del presidente della giunta regionale) non era concesso. Gli statuti delle regioni, infatti, furono approvati nel 1970 e poi nel ’92 con una legge del Parlamento. Lunedì dunque si entra nel vivo della questione con la presentazione in Consiglio regionale del programma di lavoro preparato e approvato all’unanimità dalla Commissione per lo statuto istituita dal Consiglio regionale e di cui è presidente il consigliere di FI Fiammetta Modena. Se l’assemblea darà il suo placet già da luglio inizierà la fase dell’ascolto del parere “della società civile e di esperti” sui temi in programma. Aprire il dibattito e rendere ‘trasparente’ il lavoro della Commissione è quanto ha chiesto Enrico Sebastiani, capogruppo del Ccd/Cdu in Regione. Andare oltre le audizioni e far conoscere il calendario dei lavori per Sebastiani non è solo questione di forma ma di sostanza. “Bisogna fare uno Statuto – dice Sebastiani – che non sia nell’ottica dell’immediato vantaggio di questa o quella organizzazione politica. Oppure che risponda alle esigenze di trovare equilibrio e misura tra l’amministrare e il controllare, entrambe esigenze legittime. Se avremo stimoli esterni, se nella società civile ci sarà un dibattito ampio e “vero” sul nostro lavoro, io credo che tutti potremo dare il meglio e operare per la gente, al di fuori di orientamenti preconcetti o predeterminati”. Anche per Fiammetta Modena lo Statuto è un terreno sul quale saltano gli schemi degli schieramenti perché “si tratta di fare la carta costituzionale della nostra regione” e perché “non ci sono modelli di riferimento”, né nel Polo, ora al Governo né nel centro sinistra ora all’opposizione. Certo, i consiglieri si guardano intorno per vedere cosa succede nelle altre regioni, ma sono tutte in “alto mare, anche quelle partite prima di noi” e l’unica regione che è un po’ avanti ha scelto addirittura di eliminare l’elezione diretta del presidente della Giunta regionale. Scelta ‘ideologica’? Non proprio, spiega Modena, il vero problema è che “con un presidente forte si deve creare un Consiglio in grado di controbilanciare il potere”. E non è affatto facile. Cosa significa dunque partecipare alla discussione sul nuovo statuto della nostra regione? Un’idea la si può avere scorrendo la “proposta di programma di lavoro” che sarà portata in Consiglio lunedì. Si farà la storia di questi trenta anni di regionalismo perché “non tutto è da buttare” spiega Modena, inoltre saranno affrontati temi relativi all’identità regionale (come verrà definita, se ancora c’è chi sostiene che sia meglio separarsi e “sciogliere” l’Umbria?). Compiti impegnativi. E di fronte all’incertezza sull’esito dalla legge di modifica della Costituzione, approvata dal Governo Amato, e sulla quale dovrebbe svolgersi il referendum, la Commissione ha scelto di prendere tempo lasciando per ultimi i temi relativi alla forma di governo e legge elettorale (il grande capitolo dei compiti e funzioni degli organi regionali quali Consiglio, Giunta, Consiglio delle autonomie) e si dovrà ripensare il sistema delle “fonti” ed i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento della Regione.Ovvero chi deve fare che cosa e attraverso quale strumento normativo. Sarà proprio in questa ultima parte che si daranno risposte concrete alle richieste di sburocratizzazione come anche alla attuazione del principio di sussidiarietà. E’ prevedibile che l’interesse per l’argomento non sarà ai massimi livelli, soprattutto se il linguaggio sarà rigorosamente in “politichese”. La presidente della Commissione per lo Statuto auspica, però, “la più ampia partecipazione” alla elaborazione dello Statuto e garantisce la “massima apertura” nei confronti delle proposte che verranno formulate. Sui principi fondamentali delle regioni si discute venerdìLunedì sarà sottoposta all’approvazione del Consiglio regionale la proposta di programma definita all’unanimità dalla Commissione Statuto e venerdì a Perugia si riunirà il Coordinamento (nazionale) delle Commissioni statuto per un seminario sul tema dei principi fondamentali da introdurre nelle nuove carte statutarie. Due appuntamenti che proprio in clima di smobilitazione estiva aprono il dibattito sul futuro della nostra regione perché, in definitiva, scrivere lo statuto vuol dire che la comunità regionale, senza fare una delega in bianco ai politici, dovrà darsi una nuova identità istituzionale. E se poi le cose non funzioneranno sarà più difficile dare colpe a “chi sta a Roma”. Il lavoro dovrebbe svolgersi su quattro “moduli organizzativi”: il disegno del regionalismo italiano in Umbria alla luce degli statuti del 1971 e del 1992; i principi fondamentali e l’identità regionale; la forma di governo e la legge elettorale; il sistema delle fonti, la potestà regolamentare ed i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Il primo modulo sotto voci tecniche porta con sé una valutazione dell’esperienza di trent’anni di regione “sia sotto un profilo giuridico che istituzionale e storico”. Il secondo modulo affronterà il tema dei principi generali “ovvero dei valori che disegnano l’identità umbra e che identificano la fisionomia istituzionale, culturale, territoriale e storica della Regione”. Sarà il tema del seminario, ed è quello che più fa comprendere il senso dell’impresa che si ha davanti. Qui sarà più facile per tutti intervenire ed è prevedibile che si faranno sentire le tensioni territoriali, politiche e culturali che si agitano in regione. Meno prevedibile è se si riuscirà a scrivere principi e valori, essenziali e veramente condivisi, che fanno delle ‘cento città’ un popolo unito. Meno popolari saranno gli argomenti tecnici degli ultimi due moduli, ma è lì, quando si scriveranno compiti, funzioni, regole per il funzionamento ed i rapporti degli organi regionali, e quando si definirà cosa dovrà essere deciso da legge e cosa da regolamento e così via, che si darà sostanza ai principi ed ai valori che saranno scelti a guida dello Statuto.
Il Consiglio regionale dà il via alla “Carta costituzionale dell’Umbria”
Lunedì l'assemblea dovrà approvare il programma di lavoro della Commissione Statuto
AUTORE:
Maria Rita Valli