La notizia non è di quelle che fanno scalpore, perché è scontato che un ente giuridico abbia il suo statuto, il quale, di solito, non è mai nuovo di zecca o di sana pianta, come si dice, dato che, a regolare le convivenze, si premettono sempre dei principi che sono antichi quanto l’uomo stesso. Ma un aggiornamento secondo i tempi che passano e le esigenze che cambiano e quindi anche i valori che si affermano, si impone. E una società è tanto più valida, quanto più è presente a se stessa in quello che è, e in quello che esige. La cosa importante è che lo Statuto non rimanga lettera morta o sconosciuta, perché, solo divulgandolo e conoscendolo, diviene attivo e operante. E così giovedì 15 marzo 2001 è divenuta una data memorabile, per l’atto di nascita di questo documento tanto importante per la vita della comunità orvietana. L’evento lo si è voluto celebrare mediante un Convegno, che si è tenuto presso il Palazzo dei Congressi circa le ore 10.00 e nel quale, di questo nuovo strumento, composto di 92 articoli ( 9 di meno del precedente), approvato già dal Consilio comunale del 9 febbraio 2000, è stata fatta la presentazione ufficiale dinanzi ad una nutrita rappresentanza degli studenti delle Scuole della città ( le terze classi delle Medie inferiori e le ultime classi delle Superiori!). Si sono voluti così privilegiare i giovani, quasi per affidare a loro i progetti e le condizioni di un nuovo avvenire; o forse per andare sul sicuro, mercè l’organizzazione scolastica. Ma avrebbe dovuto presenziare la cittadinanza tutta, nelle sue componenti più qualificate e qualificanti, in epoca di forte coscienza civica e partecipazione democratica: una riposta mancante in questo senso non depone affatto bene per lo stato di salute di una comunità che vanta facili ricorsi ai sacrosanti principi di una vera democrazia e dice con altrettanta facilità di ispirarvisi. La paura stessa solo di questa mancanza ne costituisce già motivo di dubbio e di insicurezza, che richiederebbe, a nostro modesto parere, prima di ogni altra cosa, una diagnosi certa, anche spietata, e l’adozione di una sana terapia. Un Consiglio comunale che non sia vera rappresentanza della volontà comune di un popolo, finisce per essere un assurdo, un meccanismo trascendente che fa solo rumore, quando non precipita nella miserabile commedia di chi recita senza l’attenzione di nessuno. Comunque per esigenza di cronaca , non ci esimeremo dal ricordare che al Convegno, presieduto dal Presidente del Consiglio Comunale, Evasio Gialletti, sono intervenuti in veste di relatori: Fausto Galilei – Segretario del Consiglio delle Autonomie Locali della Regione dell’Umbria, Marco Vinicio Guasticchi- presidente del Consiglio comunale del Comune di Perugia, Ezio Lopes – direttore generale del Comune di Orvieto, Massimo Gambetta – presidente della Commissione speciale per lo Statuto ed i consiglieri comunali. Le conclusioni naturalmente sono state riservate al Sindaco, Stefano Cimicchi, il quale, essendovi coinvolto in prima persona quale primo cittadino, ne ha avvertito il peso e quindi la necessità di illustrare il documento, di esaltarlo, confrontarlo e inculcarlo, come di dovere, alla rappresentanza convenuta, e al quale dobbiamo riconoscere anche il merito, insieme al presidente Gialletti di aver provveduto, del relativo testo, a farne vasta diffusione con tanto di lettera di accreditamento presso la popolazione con l’invito a leggerlo e divulgarlo, per la dovuta promulgazione.civis