“Fallimento totale”. E’ durissimo il giudizio dei consiglieri regionali di centro destra che aderiscono alla “Casa delle libertà” sul progetto di ricostruzione dopo il terremoto in Umbria. Maurizio Ronconi (Per l’Umbria) ha sottolineato che circa “il 21 per cento delle famiglie ha fatto ritorno a casa, il resto sta ancora fuori”. Ronconi ha ricordato – nel corso di una conferenza convocata per replicare alle affermazioni della Lorenzetti sulla ricostruzione – che la legge che la regola “non è stata votata né dalla Camera, né dal Senato”. E i provvedimenti regionali – ha tenuto a precisare Ada Spadoni Urbani (Fi) – non furono votati dalle opposizioni perché “troppo burocratici”. Le casette di legno alle famiglie bisognose avrebbero dovuto essere consegnate subito con un “risparmio di ottanta miliardi”. Per il centro destra non è possibile addossare la colpa dei ritardi nella ricostruzione con l’accaparramento dei progetti e dei lavori “come fa la maggioranza di centro sinistra”. Secondo Fiammetta Modena (Fi) per questo problema “va cercata la responsabilità nell’impianto normativo”. Sono contrari i consiglieri d’opposizione anche ai poteri sostitutivi da parte dei Comuni nei confronti di progettisti e imprese inadempienti. Ronconi ha avanzato il sospetto che questo provvedimento “possa sottendere la volontà di sostituire aziende o tecnici non simpatici alle amministrazioni di sinistra”. Ma c’è stato spazio anche per polemiche di sapore politico. Fronte compatto del centro destra nei confronti del sindaco di Nocera Umbra, Antonio Petruzzi. “E’ stato un attacco squallido – ha detto Franco Zaffini (An) – ma probabilmente lo scopo è quello di incidere sulla prossima campagna elettorale”. E’ stato messo in evidenza che si è sviluppata una campagna mediatica su Nocera ed Assisi, centri governati dal Polo, che però hanno indici di ricostruzione più alti, in percentuale, rispetto a quelli di Foligno e Gualdo Tadino. Alla ricostruzione c’è il rischio di legare le infiltrazioni mafiose, come i recenti episodi di cronaca hanno dimostrato. Ronconi, già componente della commissione antimafia, ha denunciato “strani movimenti in Umbria: c’è sempre meno trasparenza”. Il consigliere ha poi parlato dell’ “intreccio tra amministrazioni, consorzi e cooperative, una struttura in cui si inseriscono appalti miliardari con personaggi non umbri”. Ha evidenziato inoltre la presenza di “aziende provenienti da fuori regione”, praticamente sconosciute, e di quelle che “a metà lavoro spariscono”. Secondo Ronconi “c’è una sovrastruttura di consorzi che non vengono nominati con metodi democratici dai Comuni. E ci sono appalti affidati ad aziende meridionali con un ribasso anche del 45 per cento”. Il consigliere ha poi sottolineato che la regione “è diventata un sanguinoso campo di battaglia tra aziende umbre e non. Come componente della commissione antimafia chiesi indagini in questo settore: non sono mai arrivate”.
Il bilancio dell’opposizione
Ronconi: è un fallimento della legge che va cambiata
AUTORE:
Romano Carloni