Quanto il passato della città della Rupe sia vario e complesso, nel lungo corso dei secoli, è ormai noto, e alcuni spezzoni di questa sorta di film ininterrotto rimangono ancora ignoti. Per gettare un raggio di luce su uno di questi periodi è stato organizzato un convegno, con l’intento di mettere insieme gli studiosi del settore. La giornata di studio orvietana si è svolta sabato 13 settembre nella sede di palazzo dei Sette. Il tema proposto, ‘Templari e Giovanniti nel territorio di Orvieto’, affrontava un argomento quasi sconosciuto. L’obiettivo di una maggiore conoscenza è stato raggiunto grazie al contributo di storici di fama internazionale, impegnati da anni nella ricerca. Tra questi occorre segnalare Anthony Luttrell – originario di Malta ma attivo fin dagli anni Sessanta in Italia – che oggi risiede in Inghilterra, anche se spesso torna in una sua casa in Toscana. Attualmente è uno dei massimi esperti degli Ordini militari del Medioevo, e i suoi studi hanno dato una svolta decisiva alle ricerche tuttora in corso. Al termine del convegno abbiamo rivolto ad Anthony Luttrell alcune domande. Quali legami ha con la città di Orvieto? ‘Conosco la vostra città già da diversi anni, fin dai miei studi giovanili. Vi torno sempre con piacere, notando come la rete del tessuto urbano antico sia stata in gran parte salvaguardata, rispetto ad altre città medievali italiane’. Quali sono le tracce materiali lasciate dagli Ordini militari nel territorio? ‘Ad Orvieto i Giovanniti fin dall’inizio hanno avuto la residenza nel complesso della chiesa di San Giovanni de Platea, comunemente conosciuta come San Giovannino dei Cavalieri. Fuori della città, i Templari si sono insediati a San Marco, in prossimità del fiume Romealla, dove avevano la sorveglianza e la manutenzione del ponte lungo la Cassia. Questa strada romana risultò molto transitata anche nel Medioevo da viaggiatori e pellegrini, durante i frequenti soggiorni dei Papi in città’. Come riuscire a coniugare lo studio con la valorizzazione dei siti? ‘La giornata di studio ha permesso di approfondire la presenza dei Templari e dei Giovanniti nel territorio di Orvieto. Tuttavia questo è solo un primo passo, utile per segnalare all’opinione pubblica e alle autorità locali la precaria situazione odierna della chiesa di San Marco. C’è la speranza di un intervento pubblico o privato, volto ad iniziare una ricerca archeologica della necropoli adiacente. Necessario sarebbe anche il recupero dell’importante edificio eccelsiastico, al fine di aggiungere un nuovo tassello alla già gloriosa storia urbevetana’.
I Templari sul ponte della Cassia
Orvieto. Convegno su un aspetto ancora poco noto della storia della città
AUTORE:
Federica Sabatini