I pronunciamenti del Magistero in una società laica e pluralista

Non definirei l’impegno della Chiesa italiana in questo momento come impegno politico, a meno che non si facciano le opportune distinzioni’. Lo ha detto il card. Angelo Scola, patriarca di Venezia, rispondendo ai giornalisti nel corso della presentazione della Sacramentum caritatis. ‘Mi auguro che i politici cattolici siano seriamente impegnati in politica’, ha detto il cardinale, che subito dopo ha aggiunto: ‘Se invece ci si riferisce ai pronunciamenti dei vescovi sui Dico, non li qualificherei come impegno politico. Sono pronunciamenti che fanno parte dell’insegnamento magisteriale che loro compete, e come tale sono proposti all’attenzione di tutti, in modo speciale all’attenzione dei cattolici in politica. Dentro una società laica e pluralistica, inoltre, sono proposti alla considerazione di tutti, al confronto tra posizioni diverse che deve essere l’anima di una società democratica’. ‘Un vescovo – ha precisato Scola – non risponderebbe fino in fondo alla sua missione se non richiamasse tutti, in particolare i politici, al fatto che hanno il dovere di conformare la propria coscienza rendendola retta attraverso il paragone con la verità’. Per mons. Nicola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi, l’esortazione apostolica continua ‘la serie dei grandi documenti sul sublime sacramento dell’Eucaristia’, e ‘ripropone in modo aggiornato alcune verità essenziali della dottrina eucaristica, esortando a una dignitosa celebrazione del sacro rito’ e ‘ricordando l’urgente necessità di svolgere una vita eucaristica nella vita di ogni giorno’. ‘Non credo che cambierebbe il giudizio della Chiesa sulle unioni di fatto se si potesse astrarre da essa la questione delle coppie omosessuali’, ha detto Scola ai giornalisti. ‘Non esiste la categoria dei divorziati risposati, così come non esiste la categoria dei gay’, ha proseguito Scola, puntualizzando che ‘non c’è mai stata nella storia della Chiesa nessuna fobia verso la sessualità. Semplicemente, c’è realismo e concretezza’. ‘Ecco perché la Chiesa – ha spiegato il porporato – considera la differenza sessuale costitutiva del proprio io e non solo un dato corporeo’.