I musei ecclesiastici umbri fanno ‘rete’

La Regione prepara la nuova legge sui musei. Mons.Reali: sia riconosciuta la nostra peculiarità

Le Chiese dell’Umbria sono state “pioniere” nella collaborazione con la Regione: per il Giubileo, per l’Osservatorio delle povertà e, da ultimo, sulla questione della assistenza spirituale negli ospedali. Le otto diocesi umbre si sono presentate come un unico soggetto alla Regione per stilare delle “intese” su settori di comune interesse. Con la riforma “federalista” approvata con il referendum saranno sempre più numerosi i settori sui quali cercare intese tra i due soggetti, e non solo per le aumentate competenze legislative ma anche per l’applicazione del principio di sussidiarietà sancito nella riforma, in base al quale la società civile come gli enti e istituzioni più vicini al cittadino dovrebbero vedersi riconosciuti nuovi spazi di autonomia. In questa fase di cambiamento si pone anche il confronto aperto fin dalla scorsa legislatura regionale sulla disciplina dei musei locali. Nei progetti della Regione c’è la realizzazione di un unico “sistema museale regionale” comprensivo di tutti i musei. L’Ufficio della Conferenza episcopale umbra per i Beni culturali, diretto da mons.Gino Reali, della diocesi di Spoleto – Norcia, vorrebbe, invece, vedere riconosciuta la peculiarità dei musei ecclesiastici (di diocesi, parrocchie, santuari e altri enti). Mons.Reali non ha ancora potuto esaminare con attenzione l’attuale progetto di legge regionale. Per quanto ho potuto vedere, commenta, “sono state accolte alcune osservazioni che avevamo sollevato rispetto alla precedente proposta, ma ci sono ancora da fare passi avanti proprio sul sistema museale regionale onnicomprensivo che qui mi pare riproposto. Vogliamo salvaguardare la peculiarità dei musei ecclesiastici, anche attraverso, ad esempio, la libertà di organizzazione”. Già da tempo l’Ufficio sta lavorando alla costituzione di una rete dei musei ecclesiastici umbri nella quale collaborare per la produzione di materiale informativo e promozionale, per la collaborazione nel settore informatico, avere un biglietto ‘integrato’ e creare un ‘centro studi’ che affronti problematiche comuni quali la formazione del personale o la modalità di presentazione delle opere. I responsabili dei musei ecclesiastici umbri hanno intanto deciso di unirsi in associazione e stanno preparandone lo statuto. L’associazione sarà anche interlocutore nei confronti della Regione per quanto riguarda la regolamentazione del settore. Intanto sono già collegati tra loro otto musei: i diocesani di Gubbio, Città di Castello, Perugia, Assisi (San Rufino), Spoleto, e, sempre ad Assisi, i musei della Basilica di San Francesco, della Pro-Civitate Cristiana (arte moderna) e della Porziuncola. Appena terminati i lavori di restauro e di allestimento si uniranno anche i musei delle diocesi di Foligno e Terni. La rete potrebbe essere anche più estesa stando ai dati raccolti dalla Associazione musei ecclesiastici italiani (Amei) che recentemente ha pubblicato un annuario in cui sono censiti un’altra quindicina di musei tra cui il museo dell’Opera del Duomo diOrvieto, fin’anche la mostra-museo sugli indios dell’Amazzonia dei frati Cappuccini a Assisi. Maddoli: “pieno riconoscimento” ai musei ecclesiastici che garantiscono qualità”Le difficoltà dovrebbero essere superate”. L’assessore regionale alla cultura Gianfranco Maddoli non vede contrasti insuperabili tra Regione e Chiesa umbra per quanto riguarda la nuova legge sui musei che la Giunta regionale sta varando. “I musei ecclesiastici – spiega l’assessore – avranno pieno riconoscimento, al pari degli altri, nella misura in cui garantiranno un livello minimo di qualità del servizio che sarà definito per poter entrare nella rete museale regionale”. Il valico della qualità dovrà valere anche per il personale, che potrà essere liberamente scelto dai proprietari dei musei. Il testo è già pronto ma non è ancora ‘chiuso’. Se ne potrà discutere, assicura Maddoli certo che l’accordo si troverà.

AUTORE: Maria Rita Valli