La pasqua ci porta a confrontarci con Cristo Crocifisso e Risorto. In altre feste dell’anno liturgico scattano sentimenti ed elementi di folclore che facilitano il nostro rapporto con Dio. Di fronte alla Pasqua c’è solo la fede: resiste, se è forte; vacilla, se è debole. Eppure è proprio la Pasqua a stare al centro della vita cristiana e a illuminare tutta l’esistenza umana, fatta di gioie (giovinezza, vigore, successi, affetti, salute, ecc.) e di sofferenze (peccati, fallimenti, delusioni, malattie, ecc.). Guardando a Cristo umiliato, piagato, sconfitto, sereno, e trionfante sulla Croce, e contemplandolo nella sua Risurrezione, si trova il nesso che unifica queste due ineliminabili dimensioni dell’esistenza umana. Considerando il nostro tempo, che amo e di cui mi sento parte, vorrei che in questa Pasqua diventassero realtà alcuni sogni che faccio da tempo. Vedere i palestinesi e gli israeliani sedersi a un tavolo per trovare le vie della pace e porre fine ai terribili attentati e alle crudeli rappresaglie. Vedere nelle persone un forte recupero di “umanità” vera, per allentare la ricerca sfrenata del solo benessere materiale. Vedere un confronto democratico più sereno e politici più impegnati nel sostenere il bene comune e i valori morali e spirituali, senza i quali il mondo diventerà sempre più egoista e infelice. Vedere il Crocifisso, che alcuni vorrebbero oscurare, dominare in ogni luogo, soprattutto nel cuore delle persone, in modo che sia icona di benevolenza, di solidarietà e di speranza. Vedere, infine, che non esistono più uomini che imitano Caino, capaci di uccidere persone indifese e innocenti. Non sono fantasie, ma speranze che nascono dall’amore e che sono possibili se Cristo, morto e risorto, vorrà e potrà incrociare e illuminare le faticose e incerte strade dell’uomo.
I miei “sogni” di Pasqua
AUTORE:
+ Sergio Goretti