I cristiani più antichi

SCUOLA DELLA PAROLA. Incontro con un prete caldeo

Don Rian, iracheno, è da 5 anni in Italia per motivi di studio e missione ed è sacerdote da quasi 2; è tornato da poco da una visita in Svezia, dove ha incontrato gli esuli iracheni; a settembre, come ogni anno, è stato in Iraq. Don Rian è stato ospite sabato 14 gennaio alla Scuola della Parola che ogni mese vede la presenza numerosissima di giovani ed adulti a Spagliagrano, ed ha portato ai tanti presenti la sua testimonianza di cristiano e sacerdote. Questo è stato un modo per conoscere da vicino le esperienze di altri cristiani in realtà molto diverse dalla nostra; alla Scuola della Parola, dopo la visita dei sacerdoti armeni e dei maroniti, abbiamo potuto conoscere ora la Chiesa cattolica caldea. ‘I caldei sono cristiani da 2000 anni – ha spiegato don Rian. – La Chiesa caldea è una chiesa apostolica che ha le sue radici nella predicazione dell’apostolo Tommaso, che ha annunciato la fede in Mesopotamia, fino all’India. Ma i nostri padri dicono addirittura che noi caldei siamo cristiani prima dei cristiani, perché i Magi che sono andati ad adorare Gesù Cristo nella grotta, sono stati i primi apostoli che hanno portato la notizia della nascita del Re delle genti’. Don Rian, nel suo lungo racconto, ha parlato della situazione politica che c’è oggi in Iraq, di cui i mass media ci mostrano le autobombe, il terrorismo, gli attentati; ci tiene anche a dire che non tutto è così, che tante cose buone stanno rinascendo dopo la guerra, i lutti, la fame, le privazioni e che forse tra tre o cinque anni apparirà un nuovo Iraq. La comunità caldea irachena ha subito delle perdite terribili durante la guerra: 70 fedeli sono morti e le famiglie emigrate in Giordania, Siria, Turchia sono state più di 300. Don Rian non soltanto ci ha fatto conoscere la sofferenza di questo popolo, ma ci ha anche raccontato della sua vocazione sacerdotale. È stato molto bello un passaggio del suo intervento: ‘Come ogni vocazione in ogni parte del mondo, non è la situazione che crea la vocazione, ma è la vocazione a manifestarsi nell’uomo, proprio secondo il volere di Dio. La vocazione può esistere in una situazione pacifica o di guerra, politicamente stabile o instabile, quello che conta è saper consentire alla Parola di Dio’. Oggi don Rian è a Roma per completare i suoi studi, viaggia molto per visitare le comunità caldee della diaspora in tutto il mondo ed i suoi compatrioti esuli. Sa già che un domani tornerà in Iraq, nella sua diocesi, che raccoglie in un’unica parrocchia 20 mila persone, con 7 sacerdoti e un Vescovo. Lì c’è tanto da fare e sempre il suo pensiero è rivolto al momento del ritorno in patria, nella sua comunità.

AUTORE: Francesca Carnevalini