Sabato scorso, 8 settembre, abbiamo celebrato la solenne conclusione del 150° anniversario delle apparizioni della Madonna della Stella nel suo santuario presso Montefalco. È stato un anno ricco di celebrazioni e di incontri, che hanno visto convenire ai piedi della Madre del Signore tutte le categorie del popolo cristiano. Ho avuto la grazia e la gioia di accompagnare e spesso anche di guidare tali momenti di preghiera e di festa. E ho visto la Chiesa, questo popolo di Dio dai mille volti, testimone del Cristo ad un tempo sfigurato sulla croce e splendente il mattino di Pasqua; ho ammirato la fecondità di una lunga tradizione di fede, di santità e di cultura cristiana. Che meraviglia poter vedere e conoscere così, “dal di dentro”, la Chiesa pellegrina nella valle spoletana! Ho visto bambini, giovani, uomini e donne di tutte le età e condizioni. Molti segnati dal peso della croce, croce della perdita del lavoro e della precarietà economica; croce della malattia e della solitudine; croce delle delusioni, dei fallimenti, degli abbandoni, dei rifiuti e delle mancanze d’amore… croce che ferisce le spalle e con la quale, ogni giorno, si percorre la strada pietrosa che conduce alla Resurrezione. Ho visto tanta gente impegnata nella ricerca quotidiana del bene e della sua realizzazione, nella generosa sequela del Signore con una varietà di vocazioni e carismi, nel desiderio vivo di trasmettere ad altri il tesoro prezioso della fede, nella testimonianza della carità che rende credibile l’annuncio. Ho visto la nostra Chiesa. Quella della risposta generosa all’appello del Maestro, dei giorni felici della professione di fede di Cesarea di Filippo e quella dei tradimenti e della paura, quella della gioia di sapersi amata fino al perdono, quella del mattino di Pasqua e dello Spirito di Pentecoste. Ho visto la nostra Chiesa nella sua diversità e pluralità, sacramento di comunione per la salvezza del mondo. E rendo grazie e benedico il Signore! Perché tutta questa gente è venuta alla Stella, da soli o in gruppo o partecipando ai numerosi incontri che hanno punteggiato il calendario? Molte e diversificate sono le ragioni che hanno motivato questo convenire: sono venuti a portare gioie e dolori, fatiche e speranze, sospinti da una ricerca, gravati da una qualche sofferenza, o anche per un semplice gesto d’amore o un atto devoto di affidamento. In fondo, però, espresso in mille modi diversi, unico era lo scopo: incontrare il Signore Gesù che sua Madre, la Vergine Maria, continua ad offrirci. Il cristianesimo infatti nasce, e incessantemente si rigenera, a partire dalla contemplazione della gloria di Dio che rifulge sul volto di Cristo. Ecco: hanno incontrato Cristo, hanno vissuto la gioia dell’intimità con Lui attraverso specialmente la celebrazione del mistero eucaristico e del sacramento della Penitenza.
Questo anno straordinario si conclude, ma restano i doni spirituali che in esso sono stati elargiti; resta l’esperienza che ciascuno ha vissuto personalmente nella casa della Madre; resta la storia delle anime, che la Vergine Maria continua a custodire con cura gelosa nel suo cuore. Ora però è tempo di guardare avanti, perché la contemplazione del mistero non impedisce di camminare, anzi obbliga a ripartire per un nuovo tratto di cammino nel quale farsi annunciatori e testimoni. A questa Chiesa, chiamata ad essere sempre più “missionaria” nella proposizione della vita bella e buona del Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo, la Madre di Dio ricorda e richiama il dovere dell’ascolto, l’urgenza della testimonianza, la fantasia della carità.