A due mesi dal suo arrivo e in prossimità del Natale l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha scritto la sua prima lettera alla diocesi. “In questi primi due mesi di ministero pastorale fra voi – scrive – ho avuto la gioia di visitare numerose comunità parrocchiali e di incontrarvi sacerdoti e fedeli, ricevendo ovunque una accoglienza calorosa e fraterna, segno di quella misteriosa comunione – anche affettiva – che lega una Chiesa particolare al Vescovo che il Signore le invia. Ho visto lo zelo e la dedizione con cui i sacerdoti adempiono quotidianamente al ministero pastorale e voglio rendere omaggio di ammirazione e riconoscenza alle loro vite donate nella riproposizione umile e fedele dei gesti e delle parole di Gesù ‘perché il mondo creda’ (Gv 17,21) ed abbia la vita in abbondanza (cf Gv 10,10)”. Il presule si è potuto rendere conto dell’affetto della gente per i preti, stimati e aiutati, seguiti e sostenuti con una compagnia spiritual e anche materiale. “Desidero ringraziare – prosegue – i fedeli laici per tale assidua presenza accanto ai loro pastori; questa familiarità, insieme con la grazia dei sacramenti, intesse e salda rapporti di umanità e fraternità tanto importanti per la vita di un sacerdote. Quasi ovunque la gente mi ha chiesto di mandare un prete, sia per affiancare quello già operante in loco, sia per assicurare una presenza stabile in quelle comunità che, purtroppo, possono ricevere solo saltuariamente l’assistenza spirituale e sacramentale a cui hanno diritto. Di fronte a queste richieste – pienamente legittime – sperimento ogni volta un grande senso di impotenza e di frustrazione: il Vescovo vorrebbe poter contare su un buon numero di sacerdoti. Sono convinto che il Signore Gesù continua a rivolgere ai nostri giovani l’invito a seguirlo con cuore indiviso per il servizio della Chiesa e dei fratelli; purtroppo, il rumore e la distrazione nei quali spesso è immersa o anche sommersa la vita quotidiana rendono sempre più difficile decifrare la voce di Dio ed interpretare l’esistenza come risposta ad un appello. E una Chiesa locale che non genera tra i suoi figli risposte generose alla chiamata di Dio è una Chiesa in qualche modo malata o zoppa… Non possiamo rimanere inerti di fronte a questa situazione, che rischia di divenire ancora più grave in futuro; non possiamo accontentarci di aiuti, pur preziosi ed apprezzati, che ci vengono da altri Paesi. Sulla scia di quanto intrapreso in anni recenti, opportune iniziative di pastorale giovanile e vocazionale già stanno vedendo la luce e trovano sorprendente e consolante risposta; i programmi pastorali in elaborazione a livello diocesano e zonale dovranno tener conto di questa irrinunciabile priorità. Chiedo fin d’ora a tutti gli operatori della pastorale di farsi presso i loro giovani convinti sostenitori dei momenti di formazione ed approfondimento proposti in merito, armonizzando e subordinando alle proposte diocesane altri momenti locali. Invito pertanto tutte le persone di buona volontà ad unirsi a me nella preghiera accorata al Signore ogni primo sabato del mese, a partire dal2 gennaio 2010: ci ritroveremo alle ore 7,30 presso la chiesa di San Luca a Montefalco e, recitando il rosario, ci recheremo processionalmente e in spirito penitenziale verso il santuario della Madonna della Stella dove, alle ore 8, presiederò la celebrazione dell’eucarestia. L’intercessione materna della Vergine Maria ottenga ai nostri giovani la capacità di rispondere all’appello del Signore e l’esempio dei nostri Santi li sproni a donare la vita per una causa grande. A tutti l’augurio cordiale di buon Natale, con la benedizione del Signore”.