Guerra. Vicini a chi vive la fatica – non raccontata – del vivere quotidiano

L’informazione sulla guerra in Europa ci ha abituati alle notizie dal fronte col suo carico di missili lanciati da una parte e intercettati dall’altra o caduti su un obiettivo “strategico” o, peggio, su un luogo abitato da civili inermi.

Riusciamo ad avere notizia e visione delle distruzioni e delle vittime ma non dei disagi quotidiani che degenerano ben presto in drammi. Visitando Mykolaiv (quasi 500mila abitanti) che per mesi ha costituito il fronte di guerra e ha visto l’esercito russo penetrare fin verso il centro della città, a colpire non sono solo i segni dei bombardamenti di artiglieria pesante e missili, ma la fatica di vivere ogni giorno senz’acqua o senza corrente, i bambini e i ragazzi che, dopo aver praticamente saltato un anno di frequenza per la pandemia, ora si sono trovati costretti a saltarne un altro per la guerra, la fila dei cittadini davanti ai centri di distribuzione viveri.

La presenza fraterna internazionale si rivela perciò efficace nell’accompagnare e sostenere queste condizioni con l’installazione di un dissalatore o di un generatore elettrico, ma anche condividendo un concerto improvvisato o donando un ramoscello d’ulivo come abbiamo fatto nella Domenica delle palme.

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