Famiglie in festa, giochi per bambini della catechesi, convegno sul ruolo degli anziani, giornata dei diversamente abili, ritiro spirituale dei preti, momenti di preghiera e celebrazioni, un recital. È quanto si è vissuto a Cannaiola di Trevi dal 17 al 25 aprile, nella settimana in onore del beato Pietro Bonilli, umile prete della piana spoletina salito agli onori degli altari. Per la prima volta l’arcivescovo Boccardo ha vissuto questi giorni di festa. “Cannaiola – ha detto – è un luogo ricco di testimonianza e di grazia”. Calorosa e impeccabile l’accoglienza che il rettore del santuario, don Sem Fioretti, le suore della Sacra Famiglia di Spoleto e la gente di Cannaiola hanno riservato alla centinaia di persone che ogni giorno si sono adunate nella frazione trevana. Convegno sugli anziani. Uno dei momenti centrali è stata la festa dedicata agli anziani e il convegno dedicato al loro ruolo nella società. “Gli anziani sono fuori dal ciclo produttivo. Ciò vuol dire che hanno più tempo per sostenere la famiglia e essere d’aiuto alla società” ha detto il sindaco di Trevi Giuliano Nalli, che aggiunto: “I giovani sono la speranza del mondo, gli anziani sono la saggezza del mondo”. Sulla stessa lunghezza d’onda gli altri interventi, tutti volti a sottolineare quanto sia importante il ruolo di chi, una volta raggiunta la pensione, può ancora essere utile, forse anche più di prima. Interessante il quadro illustrato da Tiziana Ciabucchi, segretaria provinciale della Spi Cgil Perugia, che ha evidenziato alcuni dati della ricerca sulla condizione degli anziani in Umbria. Dalle cifre emerge che un quarto della popolazione è anziana, 4 su 10 aiutano i nipoti, uno il coniuge, 7 su 10 vivono in casa propria e la metà di questi non può contare su nessuno. Ecco perché, per combattere la solitudine, si invita ad impegnarsi attivamente nelle varie associazioni, centri sociali, Auser e in parrocchia. Da qui, l’esperienza di don Vito Stramaccia, intervenuto non solo come direttore della Caritas diocesana, ma anche in veste di parroco. Alla concezione secondo la quale dopo la pensione si viene emarginati e ci si sente inutili, don Vito ha risposto: “L’anziano non muore quando smette di lavorare, ma spesso si muore perché ci si spegne, ed è la morte più brutta, quando si è messi da parte. E questo, come Chiesa, non lo possiamo accettare”. L’esempio di due parrocchiani “impegnati” è stata la conferma di quanto detto. Sono poi intervenuti Claudio Barbanera, presidente regionale dei Centri sociali Ancescao, Giancarlo Billi, presidente Auser Umbria, e Giovanni Clemente, presidente dell’Unitre di Spoleto: tutti hanno portato la propria esperienza. Le conclusioni del pomeriggio sono state affidate all’arcivescovo Renato Boccardo, il quale ha ricordato come l’età porti con sé una visione più ampia e profonda delle cose, un patrimonio prezioso. “La persona anziana – ha detto – è custode della tradizione e della cultura. I nonni possono insegnare ai nipoti l’alfabeto della vita. È così che la persona anziana si fa trasmettitrice di cultura, custode di un tesoro che viene affidato alle giovani generazioni”. E questo tesoro include anche i valori cristiani. Ecco allora che è bello essere anziani perché si è utili. Festa liturgica. Il 24 aprile 1988 Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro proclamava beato don Pietro Bonilli. A ricordo di quell’evento l’Arcivescovo ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica. Presente la superiora generale delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto, madre Danila Santucci. L’olio per la lampada votiva al beato è stato offerto dal Comune di Spoleto, rappresentato dal sindaco Daniele Benedetti. Era presente, naturalmente, anche il sindaco di Trevi Giuliano Nalli. Festa delle famiglie. Domenica 25 aprile Cannaiola ha ospitato molte famiglie provenienti dalla nostra diocesi, dall’Umbria, ma anche dalle città italiane in cui sono presenti le suore fondate dal Bonilli. Dopo un bellissimo recital sulla vita del Beato, l’arcivescovo Boccardo ha presieduto la messa che, visto l’elevato numero di persone presenti, è stata celebrata all’aperto. Nell’omelia il Vescovo ha ricordato come essere cristiani vuol dire seguire il Signore ogni giorno, nella vita quotidiana che può anche essere monotona. Ma il Signore garantisce pace e serenità. “Essere cristiani – ha affermato – non vuol dire avere la soluzione ad ogni problema, non vuol dire non soffrire”. Poi, rivolto alle famiglie: “Sforzatevi di essere ancor più accoglienti, la vostra casa sia luogo di perdono e di riconciliazione. Aprite il vostro cuore e la vostra vita alla Parola del Signore. È nella donazione reciproca tra i coniugi che si costruisce il percorso cristiano. Il beato Bonilli vi aiuti a guardare avanti con fiducia”. Nel pomeriggio, momento di riflessione sulla vita familiare con la testimonianza di una coppia di sposi invitati da mons. Boccardo. Eleonora RizziFrancesco Carlini IL DONO Icona “in anteprima” Al termine della messa di domenica 25 aprile il rettore del santuario don Sem Fioretti, a nome della comunità di Cannaiola, ha donato all’arcivescovo Renato Boccardo e alla superiora generale della suore della Sacra Famiglia di Spoleto Danila Santucci un’icona della Sacra Famiglia. I personaggi – Maria, Giuseppe e Gesù – sono quelli delle statue che si trovano nella chiesa, realizzate dallo stesso Bonilli quando era parroco. Sono le prime due copie prodotte. Sono state realizzate da un artista polacco che per motivi di lavoro si trova ora a vivere a Cannaiola.