Nessun Governo è possibile se il Partito democratico non ne fa parte, o comunque se non si impegna seriamente a sostenerlo. Ma bisogna che almeno un’altra delle due maggiori forze politiche (il partito di Berlusconi e il gruppo di Grillo) si impegni a sua volta a sostenere il Governo. Però i “grilliani” (li chiamerei così, meglio che “grillini”) ribadiscono che loro non appoggeranno nessun Governo, si riservano solo di votare a favore di singole proposte. D’altra parte il Pd non vuole associarsi con Berlusconi, neppure per dare insieme un appoggio a un Governo neutrale: sarebbe infatti il suo definitivo suicidio politico. E questo per due ragioni. Primo, perché perderebbe per sempre un’altra grossa fetta della sua base elettorale. Secondo, perché i grilliani non aspettano altro che fare l’opposizione a un governo Pd-Pdl, che sarà semiparalizzato, vista l’incompatibilità dei due componenti. E poi, nella situazione attuale, anche il migliore dei Governi dovrà chiedere altri sacrifici, e sarà fin troppo facile speculare sulle sue difficoltà stando all’opposizione con la forza comunicativa che ha Grillo. Nuove elezioni? Sarebbe possibile, ma non subito; prima bisogna che un Governo ci sia; bisogna che ci sia una nuova legge elettorale (e ci vorrà un po’ di tempo e di lavoro, supposto che ci sia l’accordo su come farla); e bisogna che ci sia un nuovo Presidente della Repubblica (e siamo daccapo con i problemi, perché dovrebbe essere un personaggio talmente autorevole e al di sopra delle parti da ottenere il rispetto di tutti). Grillo ha avuto più voti di quelli che si aspettava. La sua strategia era pensata per un gruppo presente, sì, in Parlamento, e con parecchio peso, ma non indispensabile per la formazione del Governo. Adesso, avendo un peso decisivo, si deve assumere responsabilità istituzionali, e non stare alla finestra a bacchettare gli altri. Ma non è pronto per farlo perché non è nel suo stile e non era nei suoi progetti. Un vero pasticcio.
“Grilliani” non rimanete alla finestra
AUTORE:
Pier Giorgio Lignani