“Grazie per quest’iniezione di fiducia”

Spoleto-Georgia. Intervista al nunzio mons. Gugerotti, che ha accompagnato l'Orchestra giovanile

Lunghissimi applausi per l’Orchestra giovanile ‘Zakaria Paliashvili’ della Georgia, che si è esibita in concerto al Teatro nuovo di Spoleto, domenica 8 febbraio scorso. Il gruppo era accompagnato dal nunzio apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaijan, l’arcivescovo Claudio Gugerotti, che abbiamo intervistato. Eccellenza, come è attualmente la situazione in Georgia? ‘All’interno del Paese c’è stata una situazione di profonda disperazione. Vorrei ricordare che si tratta di un popolo piccolo e che, anche a causa della propaganda dei mezzi di comunicazione, ha vissuto il conflitto come un’incursione che avrebbe posto fine all’esistenza della Georgia. Quindi, accanto ai problemi di ogni postconflitto ‘ rifugiati, ricostruzioni, depressione ‘, si è creata quest’ulteriore sensazione di pericolo incombente che potrebbe essere fatale, dalla quale la gente ancora non si è ripresa. Dobbiamo poi tener presente che i georgiani hanno già cambiato tre volte regime dopo la fine del comunismo. Questa instabilità cronica è sentita come un grande rischio’. Che ruolo ha svolto la Chiesa cattolica? ‘È stata una grandissima presenza, grazie al contributo di moltissime terre e devo dire, come sempre, anche di Spoleto e dell’Umbria che, in proporzione, hanno dato quello che forse nessun altro ha dato. Questa gara di solidarietà è stata una vera iniezione di fiducia; la gante ha percepito la forte mobilitazione morale, e la Chiesa cattolica è stata tra le agenzie più attive in questo settore. Abbiamo anche pubblicato i contributi che sono stati ricevuti: la gente non credeva che ci fosse stata tanta solidarietà verso la loro condizione. La cosa più drammatica è che non abbiamo mai avuto la possibilità di recarci nell’Ossezia del Sud; non ci è stato permesso. Ci siamo invece recati nella città georgiana di Gori quando era assediata dai carri armati russi. Abbiamo portato aiuti umanitari alla comunità locale e incontrato il Metropolita ortodosso, con il quale abbiamo concordato alcune iniziative di pace. Questo l’ho sentito come un momento di grandissima qualità umana: le barriere sono cadute e si è sentita una splendida consonanza d’intenti. La Nunziatura apostolica ha anche coinvolto negli aiuti umanitari e nel sostegno ai profughi e alle famiglie delle vittime il mondo diplomatico della Georgia’. La Georgia è terra di grande cultura. È possibile si possa riscattare attraverso l’arte? ‘Il popolo georgiano ha una grandissima risorsa: uno spirito artistico di alto livello. Purtroppo la formazione e l’educazione sono settori sottovalutati. L’arte è l’unica terapia che il georgiano sente nei confronti del dramma che sta vivendo. Abbiamo portato questi ragazzi in Italia per due ragioni: per incoraggiarli a continuare ad essere musicisti, nonostante questo voglia dire sforzi immani per sopravvivere. Sono dei veri, straordinari talenti musicali. In secondo luogo perché hanno avuto l’opportunità di dire come sanno, cioè con la musica, il loro grazie per l’aiuto straordinario che Spoleto, l’Umbria e l’Italia hanno dato a loro nelle difficoltà. È bene che un Paese si senta fiero di poter dare qualcosa, e non soltanto bisognoso di ricevere’.

AUTORE: Francesco Carlini