Tarchiato, testa rasata, occhi mobili. Dal’cinturone penzola la spada. Voce roca, quella che occorre per urlare ordini secchi alla truppa. Scatarramento facile. Sul viso i segni di un fegato provato dal quotidiano eccesso di vino. Si chiama’ non lo so, perché Marco s’è scordato di dircelo, quel suo nome. A Gerusalemme tutti lo chiamano ‘Il Centurione’, come se di centurioni ci fosse solo lui. Ed effettivamente è un centurione particolare, che comanda una centuria particolare: non i cento militi previsti dal mansionario degli eserciti di Roma, ma solo 5 o 6 soldati. Altamente specializzati, però. Sotto il suo comando quei 5 o 6 formano la squadretta degli addetti alle crocifissioni. Lavorano bene. Rapidi, precisi, senza lasciarsi emozionare da pianti e urla. Bravi. Ma oggi qualcosa non va. Ha del buono, quel giovane Rabbì che Pilato, con una smorfia di fastidio, ha consegnato loro: ‘Dategli anche una ripassata col flagello’ ha detto un attimo dopo averglielo consegnato. Ha troppo del buono, quel Gesù di Nazareth, per essersi meritato una morte del genere. La colpa è tutta di quelle beve imbalsamate del SinedrioHa del buono. E poi’ ha parlato. Ha detto parole che il Centurione non aveva mai sentito dalla bocca di un condannato. Ma poi chi è quel Padre che lui invoca in continuazione? Gli raccomanda di non punire quelli che l’hanno fatto condannare, ma poi Gli grida che è stato Lui ad abbandonarlo. E a quell’altra buona lana che è crocifisso vicino a lui ha promesso qualcosa che ha chiamato ‘il Paradiso’. Il Paradiso: dev’essere una località termale fatta per i signori’ ma chissà che un giorno’ ‘n angolino per un centurione che ha servito Roma su una frontiera tanto difficile. Il Centurione non sa quale ruolo gli abbia assegnato la grande anima che ancora per poco rimane in quel corpo straziato: sarà lui, il Centurione, a concludere la ricerca di Marco, e della gente per la quale Marco ha scritto il Vangelo. ‘Chi è Gesù di Nazareth?’: la risposta a questa domanda, intorno alla quale ha ruotato tutt’intera la ricerca del ragazzo curioso che quella notte seguì per un po’ l’arresto di Gesù, e i soldati tentarono di afferrarlo per dargli una lezione, e lui fuggì tutto nudo, l’aveva anticipata Pietro, ma quando tutto filava per il meglio: adesso Pietro non c’è, sta singhiozzando da qualche parte. Adesso che quella risposta si è fatta sommamente problematica e sommamente importante, è lui a darla, il Centurione. ‘Quest’uomo è davvero il Figlio di Dio’.’
Grazie, Centurione. Ti sarai convertito? Avrai ricevuto il battesimo? In ogni caso’ grazie! E arrivederci davanti a Lui, che quel giorno t’ispirò il tuo grido di vita e di speranza, sullo sfondo di un cielo livido di paura e di morte.
Grazie, centurione
Abatjour
AUTORE:
a cura di Angelo M. Fanucci