Ho sentito un uomo di spettacolo dire: “La colpa di tutto è di chi ha voluto la globalizzazione” (parlava, naturalmente, della crisi). Ma la globalizzazione non l’ha voluta nessuno, è venuta da sola come da sole erano venute, a loro tempo, la modernità o l’industrializzazione. Certo, tutti i fenomeni storici sono frutto di comportamenti umani, e a volte alcuni eventi dipendono dalle decisioni individuali di qualcuno (l’entrata dell’Italia in guerra nel 1940 e diversi sciagurati passaggi successivi furono scelte personali di Mussolini, che altri non seppero ostacolare, pur vedendo che si trattava di errori). Ma le grandi evoluzioni, quelle cosiddette epocali, non le decide nessuno.
La globalizzazione è venuta quando alcuni grandi Paesi (la Cina e l’India, ma anche il Brasile, la Corea e altri) hanno trovato in se stessi la forza e la capacità di uscire dal limbo in cui erano confinati e hanno cominciato a giocare a tutto campo. C’è stato un periodo di circa tre secoli durante il quale l’Europa occidentale e l’America del Nord hanno dominato il mondo grazie alla loro superiorità scientifica, tecnica, organizzativa e militare. Avevano il monopolio della grande industria; compravano dal resto del mondo le materie prime e gli rivendevano i prodotti finiti, e in un caso e nell’altro erano loro a dettare i prezzi e le condizioni. Così si arricchivano e potevano permettersi al loro interno un benessere mai visto. Ma un secolo dopo l’altro anche gli altri hanno imparato i segreti della tecnologia (andando anche più avanti); intanto cadevano tutte le barriere politiche e culturali… e così oggi a condurre il gioco non sono più quelle che erano le grandi potenze; non i G5 dell’inizio (Usa, Inghilterra, Germania, Francia e Giappone) poi divenuti G7 (con l’aggiunta di Italia e Canada), poi G8 (con la Russia); oggi abbiamo i G20 e ringraziamo Dio se l’Italia ancora ne fa parte. La globalizzazione è questo, e chi ne paga il conto siamo noi. Ma nessuno poteva fermarla.