Gli 80 anni di don Pierino

Grande festa a Molino Silla (Amelia): nell'occasione è stato ricordato il grande lavoro condotto da don Gelmini contro le tossicodipendenze

Don Pierino Gelmini, per i suoi 80 anni ben portati è stato festeggiato con grande calore e partecipazione di autorità e gente semplice. Ha avuto l’abbraccio del presidente Berlusconi e di molti politici, gli auguri del Presidente della Repubblica, la benedizione di Giovanni Paolo II, è stato in televisione e sulle prime pagine dei giornali. Ma il saluto e il ringraziamento più vero e a lui più gradito è venuto dai giovani usciti dal tunnel della droga e dalle famiglie che hanno visto compiersi la liberazione da un incubo per il recupero dei loro figli. Uno di coloro che gli sono stati vicino e hanno collaborato con lui, gli ha scritto una lettera aperta, con cui anche noi gli esprimiamo gli auguri: ad multos annos! Caro don Pierino, il 20 gennaio hai compiuto 80 anni: in tale occasione, a Molino Silla in Amelia, alcune migliaia di persone si sono raccolte intorno a te che hai profuso la tua vita nel campo della solidarietà responsabile verso i tossicodipendenti e gli emarginati. Erano infatti presenti molte centinaia di giovani in programma riabilitativo, molte centinaia in rappresentanza di dimessi da anni, i familiari degli uni e degli altri, un largo stuolo di collaboratori laici e religiosi, autorità civili, militari e religiose. Tu ti sei guadagnato tale testimonianza di stima ed affetto, per l’opera di redenzione etico-sociale e spirituale svolta da decenni in Italia, Europa, Asia ed America: opera che campeggia nell’area della meritoria lotta volontaristica contro la devastazione delle tossicodipendenze. Nel riassumere la densa e vibrante storia da te vissuta, hai scritto ‘non vorrei fare, in tutto questo, né l’eroe, né il martire, né la vittima… ma la mia missione di fondatore, questo sì, … con capacità di intuire, di vedere, di interpretare, di sopportare molto, dolori, incomprensioni, indifferenze, tradimenti… Forse anch’ io avrò tradito, perché non sono stato sempre all’altezza della situazione. I fondatori hanno qualcosa, in se stessi, che non è loro e che solo essi sanno trasmettere, perché viaggiano tra labirinti e difficoltà molto pericolose, e attraverso terre mai esplorate da nessuno’. Ho lavorato al tuo fianco dall’82 al ’94, conservando poi sempre con te un rapporto di franca, tenera amicizia; nella tua auto-definizione mi riconosco in pieno, perché il mio incontro con te è avvenuto proprio nell’intento di esplorare terre sconosciute anche per me. ‘Fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza’: questi versi danteschi sulla figura di Ulisse mi si son ficcati in testa fin dal ginnasio ed a tale principio ho ispirato la lunga esperienza di lotte sociali e sindacali maturata, da quando ero ufficiale nella guerra ’40 – ’45 e poi nella dura ma edificante opera di ricostruzione postbellica, sul piano materiale ma, soprattutto di morale pubblica e di giustizia sociale. Sì, con te, mi son trovato in profonda sintonia, su di un cammino che non è fatto di schemi prefabbricati, ma che viene percorso, come illuminato da una vivida luce che nasce da indefettibile amore per il prossimo, soprattutto per il prossimo più sofferente. E il mondo delle tossicodipendenze è forse la fascia più significativa della sofferenza umana. Io ho ben sette anni più di te (che alla nostra età contano) e mi sento semplicemente un tuo fratello maggiore.L’augurio più fervido che desidero farti, a mezzo de ‘La Voce’, è che l’età ti sia particolarmente utile per trovare, nella tua vibrante interiorità – come scrivi tu stesso – la legittima soddisfazione di avere compiuto una vita degna, senza bisogno di tanti riconoscimenti, il più delle volte, interessati. La vera soddisfazione ‘esterna’ alla tua coscienza, è quella che ti dà, con amore, il popolo di coloro che, lungo tanti anni, hai beneficato e che beneficherai ancora, perché non sei affatto al tramonto!

AUTORE: Ugo Minichini