Silvio Berlusconi ha annunciato, con enfasi, che tornando in Parlamento promuoverà una riforma della giustizia penale, per togliere ogni privilegio al pubblico ministero. Quest’ultimo dovrebbe cessare di appartenere alla magistratura ed essere semplicemente l’“avvocato dell’accusa” con gli stessi diritti – e nulla più – del difensore dell’imputato. Sono affermazioni un po’ sorprendenti. A quanto pare, il fondatore di Forza Italia presuppone che attualmente davanti al giudice la parola del pubblico ministero valga più di quella del difensore.
Questo forse poteva essere vero in passato, ma certamente è escluso dopo la riforma del codice di procedura entrata in vigore nel 1989 e dopo una riforma costituzionale del 1999. Oggi il processo penale è di tipo “accusatorio” il che significa, in sostanza, che è compito dell’accusa portare le prove di tutto ciò che addebita all’imputato, e non è quest’ultimo che deve portare le prove della sua innocenza. E le regole sulla formazione della prova sono assai severe, il che rende difficile il compito del pubblico ministero. Se poi si pensa
che il giudice sia incline a dare ragione al p.m. perché è un suo collega, questo è smentito dalla pratica quotidiana. È vero invece che il p.m. e il difensore non hanno gli stessi obblighi, ma in tutt’altro senso. Il p.m. ha l’obbligo di indagare sui fatti, senza pregiudizi; se in qualunque momento anche a processo iniziato si imbatte in un elemento che è a favore dell’imputato non lo può nascondere (sarebbe un reato) ma ha il dovere di rivelarlo fino al punto, se del caso, di ritirare l’accusa. È ben per questo che le funzioni di p.m. le svolge un magistrato: il suo compito è far trionfare la giustizia, non vincere un processo. Al contrario, il difensore dell’imputato ha il dovere di tenere il segreto su tutto quello che sa e che potrebbe in qualsiasi modo danneggiare il suo assistito: a lui tocca difenderlo, non accusarlo né testimoniare contro di lui. Conclusione: l’idea che per migliorare la giustizia si debbano pareggiare le figure del p.m. e del difensore, tecnicamente non è sostenibile.