Come ha recentemente sottolineato Unioncamere nel rapporto “Politica, lavoro, impresa e giovani”, gli imprenditori under 40 rappresentano il 21% del totale degli imprenditori in Umbria, e le imprese gestite da giovani sono salite di 65.398 unità nell’arco di tempo 2002-2010. Servizi, commercio e turismo sono i settori di attività economica nei quali i giovani intenderebbero avviare una attività. Un dato che va al di là dell’attuale crisi: il 50% è convinto, infatti, che avrà la possibilità di vedere aumentato il proprio status e di riuscire a svolgere un lavoro di qualità e prestigio pari o superiore a quello dei genitori. La conferma arriva anche dal numero di attività imprenditoriali avviate quest’anno: 3.036 solo nel secondo trimestre 2011. Un trend positivo, con un tasso di crescita del +0,75% per la provincia di Perugia, seguita da Terni con un +0,72%. “In un momento in cui riacquista vigore la voglia di fare impresa – ha commentato Flavio Sorbolini, responsabile dell’Ufficio gestione partecipate e finaziamenti alle imprese della Provincia di Perugia – la nostra attenzione deve essere posta proprio nei confronti dei giovani e di chi si avvicina al mondo dell’imprenditoria anche a causa della forte contrazione dell’offerta di lavoro dipendente. La nascita e lo sviluppo di nuove piccole imprese gestite da giovani imprenditori rappresenta un contributo di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo economico”. Le agevolazioniCon la legge regionale 12 del 1995, che incentiva la creazione di nuove imprese, i giovani imprenditori umbri di età compresa tra 18 e 32 anni che intendono costituire nuove attività, aventi sede sul territorio regionale, possono sempre fruire di un finanziamento a tasso zero fino all’80% (fino a 123.950 euro) del programma e di un contributo a fondo perduto, fino a un massimo del 50% (fino a 5.160 euro) sugli oneri di gestione. Le domande possono essere inoltrate alla Provincia competente entro 180 giorni dalla data di costituzione dell’impresa. Per la graduatoria la priorità verrà data a imprese costituite da giovani in cassa integrazione o iscritti alle liste di mobilità, e imprese a prevalente composizione femminile. Fino al prossimo anno, inoltre, i beneficiari potranno usufruire, tramite un’apposita misura “una tantum”, del costo di acquisizione della fideiussione a garanzia del finanziamento a tasso zero, fino a un massimo del 5% dell’importo della stessa. 32enne promuove nel mondo il tartufo umbroDopo la laurea in Comunicazione e business, conseguita nel 2002 presso l’Università di Ipswich, in Inghilterra, ed uno stage in una casa di produzione di pubblicità di Milano, Emanuele Musini, 32enne di Gubbio, nel 2005 decide di dare una svolta alla sua vita: recuperare una vecchia idea del padre, promuovendo il tartufo umbro in Italia. Nel giro di un anno, Musini fonda la Paq Gubbio, azienda che oggi vende tartufi anche in Europa e America. Come ha deciso di diventare imprenditore? “Tutto nacque da una vecchia idea di mio padre, quando nel 2000 decise di dare vita ad un’associazione per promuovere il tartufo bianco di Gubbio in Italia. Quando nel 2005 venne a mancare, fu in quel momento che arrivò l’intuizione giusta: scelsi di riprendere l’idea di papà, puntando sul commercio dei tartufi, mollando la prospettiva di una carriera come agente pubblicitario a Milano. Così tornai a Gubbio e nel 2006, mi lanciai in questa bellissima avventura”. Cosa ha fatto per far sviluppare la sua impresa? “Le paure i dubbi e le perplessità, all’inizio, mi assillavano. La sfida, però, è stata quella di capire il meccanismo dal suo interno. Per molti mesi ho dovuto studiare tutte le strategie legate al commercio del tartufo, cercare clienti, girare tutte le fiere immaginabili. Poi, successivamente, ho iniziato a creare anche un giro di collaboratori. A quel punto, dopo quasi due anni, l’attività ha iniziato a decollare”. Qual è stata l’idea vincente? “La scommessa è stata quella di valorizzare il tartufo bianco, puntando sulla qualità e marcando quegli aspetti fondamentali che oggi reggono il mercato nel settore agroalimentare: la regionalità, la filiera corta, la tracciabilità. Il mio scopo è stato, ed è, quello di rilanciare il tartufo bianco, spingendo molto sulla qualità, sul valore della provenienza. Così ho cominciato ad acquistare tartufi e a rivenderli sul mercato estero”. Su quali mercati esporta? “Esportiamo principalmente in Germania, Francia e Inghilterra. Alcune vendite riusciamo a farle anche in Libano e Israele. Ma è il mercato americano quello che ci dà maggiori soddisfazioni. Nel 2008, infatti, ho aperto una piccola sede dell’azienda anche New York”. Come si svolge la sua giornata-tipo? “Densa di impegni, ma appagante. Mi piace gestire ogni fase della produzione, ossia, dall’acquisto dei tartufi alle relazioni con i clienti. Non ultimo, la supervisione sui prodotti prima della partenza” Che consiglio si sente dare, oggi, ad un giovane che decide di mettersi in proprio?“Bisogna sperimentarsi e cercare di invertire la rotta attuale. Rilanciare le tradizioni, le eccellenze e le maestranze di cui il nostro paese è immensamente ricco. L’affermarsi di nuovi imprenditori di prima generazione, come già sta avvendo nella nostra regione e, più in generale, su tutto il territorio nazionale, risponde certamente a quel bisogno di rinnovamento della classe imprenditoriale che può davvero stimolare l’innovazione ed il cambiamento”.
Giovani che credono all’impresa
Economia. Il rapporto “Politica, lavoro, impresa e giovani” di Unioncamere Umbria
AUTORE:
Emiliano Sinopoli