C’è un Salmo che Dio mi riporta alla mente ogni volta che mi sento troppo inutile per servirgli a qualcosa: ‘Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato’ (Sal 8,3-5).
Che cosa sono io perché Dio si curi di me? Eppure a me e ai suoi figli affida la missione di portare il Suo volto e l’amore da Lui ricevuto, non per merito, ma per grazia, a tutti coloro che non sono riusciti ancora a conoscerlo.
Questo accade ogni giorno, ma a me è successo in particolar modo nelle giornate del 19 e 20 luglio ad Assisi.
Come tutti sanno, si è svolta a Sydney la 23a Giornata mondiale della gioventù e migliaia di giovani si sono riversati in questa grande città per incontrare Papa Benedetto.
In concomitanza con questo evento, per i giovani che non hanno potuto recarsi in Australia è stata organizzata una grande festa nella città di san Francesco.
Dopo un pomeriggio di catechesi, a partire dalle ore 20 si è cominciato a danzare e cantare in grande fraternità. Durante questo spettacolo io e altri fratelli della parrocchia di Castel del Piano abbiamo dato il nostro contributo attraverso dei semplici mezzi che il Signore ci ha dato: un mimo e una danza ebraica.
La felicità esplodeva nei nostri cuori, perché Gesù poteva essere presentato tramite le nostre mani, le nostre braccia, le nostre gambe, i nostri volti! E dopo questa grande grazia, il dono continuava, perché con il coro dei giovani di Perugia (che da oggi ha anche un nome, ‘Voci di giubilo’) abbiamo animato la veglia notturna fino al culmine della serata, cioè all’arrivo del Signore, che è rimasto esposto fino alle 6 del mattino, mentre tanti sacerdoti hanno dispensato la misericordia di Dio a tutti coloro che hanno voluto riceverlo.
Ero lì con il mio violino, io che non so neppure leggere uno spartito, insieme ad altri trenta giovani che il Signore ha scelto per aiutare a creare una musica ‘mai udita prima d’ora’, un’armonia di cuori, una melodia che aiutasse a pregarlo e a lodarlo in semplicità e con grande entusiasmo.
Il mattino seguente, dopo aver celebrato insieme le lodi con il vescovo Bertoldo, la nostra Gmg è terminata con la messa celebrata, con spirito altrettanto giovanile, dall’arcivescovo di Spoleto Riccardo Fontana.
Sono sicura che, in ognuno dei circa 700 giovani presenti, è stato piantato un seme che magari non diventerà subito una piantina, ma di sicuro ha il potenziale adatto per trasformarsi in una grande quercia.