Il consueto appuntamento organizzato dalla Pastorale giovanile della diocesi di Città di Castello per l’inizio della Quaresima si è svolto giovedì 23 febbraio nella chiesa di San Pio X. La serata è iniziata con la proiezione di un video in cui alcuni giovani hanno letto e commentato il “Discorso della Montagna”, tratto dal Vangelo di Matteo. Ogni ragazzo già immortalato nel video è salito sull’altare della chiesa portando con sé una lettera a costruire la parola “Felicità”. Una volta composta questa parola, è stato don Samuele Biondini a prendere in mano il microfono e a proporre con delle alternative quali sia la via della vera felicità, sinonimo di beatitudine. Così, ha ricordato il sacerdote, la via del mondo per una prima felicità sembrerebbe essere quella dell’alcool, bevuto a sproposito dai giovani, magari per superare la timidezza o per sentirsi liberi, ma al suo posto un giovane potrebbe “ubriacarsi” di Spirito santo e dell’amore di Dio. “Un’altra via alla felicità – ha continuato don Samuele – potrebbe essere quella della marijuana, fumata per trasgressione. Ma un’alternativa potrebbe essere trovata nel testimoniare apertamente il nostro essere cristiani in una società dove in tanti ci criticano di esserlo”. Un altro modo per trovare la felicità, ancora più forte, potrebbe essere la cocaina: una sostanza eccitante che permette di dare sempre il massimo e ci aiuta a mantenere alte le nostre prestazioni, come spesso la società richiede. Un’alternativa a questa droga è Gesù, che ci accetta per come siamo e non ci giudica per quello che si è. Un’ultima via, più forte, è quella dell’eroina, che si usa quando il mondo diventa orrendo e tutto intorno si fa “buio”. L’alternativa a ciò sono i discepoli di Gesù: la Chiesa con la sua testimonianza di luce e di speranza, che non dovrebbe mai venire meno. Infine, ricordando la tradizione di cospargere il capo con le ceneri, per l’inizio della Quaresima, il vescovo ha spiegato come questo gesto abbia con sé almeno due importanti significati. Nella Bibbia la cenere ricorda la fugacità della nostra vita. “Poi – ha terminato mons. Cancian – durante il rito delle ceneri viene pronunciata la formula “Convertiti e credi al Vangelo”: due imperativi che ci spingono alla conversione credendo al Vangelo e all’insegnamento di Gesù da mettere in pratica giorno per giorno”. “Questa conversione – ha concluso il Vescovo – deve essere un cambiamento di modo di pensare e del cuore: perché noi dobbiamo in primis cercare un cambiamento per ritrovare ordine negli affetti e nella vita”.
Gesù: la felicità alternativa
DIOCESI. Incontro di giovani per l’inizio della Quaresima, a partire dal Discorso della montagna
AUTORE:
Francesco Orlandini