“In Cristo, Dio si è comunicato e si comunica mediante una profonda condivisione dell’esperienza umana. Egli non ha sfuggito l’opacità della storia, ma l’ha assunta per redimerla. Il Verbo, condividendo la condizione umana, l’ha illuminata; rivelando le profondità di Dio. Lui che da sempre era presso Dio, per rivelare Dio, si è posto accanto all’uomo”. Lo hanno scritto i vescovi italiani nel documento di programmazione decennale “Comunicare il vangelo in un mondo che cambia” (n. 14). E’ un brano che ci introduce nell’immensa ricchezza che è racchiusa nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Il Natale è la pienezza della vicinanza di Dio e della sua premura per l’uomo. Ciò che i profeti avevano preannunziato con dovizia di particolari – e già questo fatto è umanamente inspiegabile – assume totale visibilità nel momento in cui la Vergine Maria dà alla luce il Verbo eterno. Dio si fa uomo e vive come lui, ne assume le condizioni più precarie, diventa suo compagno di vita. Di fronte a questo mistero, i cristiani, fin dall’inizio, pieni di entusiasmo e di stupore, hanno fatto festa, hanno avviato l’uso dei doni e hanno aperto il cuore al canto, all’arte e alla poesia. Sono valori importanti e autentici, anche se oggi vengono in parte traditi dal dilagante consumismo. Se vogliamo riscoprire la vera ricchezza del Natale è indispensabile riappropriarci dei sentimenti più veri e più genuini, deponendo tutte le maschere dell’orgoglio; ridiventare come bambini, e l’uomo è tale nonostante le sue presunzioni; aprirci al dovere della solidarietà, poiché un Dio che si fa dono esige che anche l’uomo si faccia dono per gli altri; godere della vicinanza e della compagnia di Dio, per stare a vivere con lui e con lui diventare operatori di pace e di fratellanza. Giorni fa il Papa, commentando un brano del profeta Geremia, ha parlato del silenzio di Dio. E’ stata grande la sorpresa nei mass-media! Dio non si nasconde. E’ così grande che non ha paura di abbassarsi fino a diventare bambino, a nascere nella povertà e a morire sulla croce. E’ l’uomo, già piccolo, che ha paura di diventare più piccolo e che, abusando della sua libertà, si nasconde a Dio e gli impedisce di parlare. “Vieni, Signore Gesù”, ripete la liturgia di questo tempo. Tutti, per non essere soli, abbiamo bisogno della sua parola, dei suoi sacramenti, della sua Chiesa, della sua compagnia benevola e misericordiosa. Buon Natale!
Gesù compagno di vita degli uomini
AUTORE:
' Sergio Goretti