Gesto inutile per Zaki

Patrick Zaki è un giovane egiziano, di famiglia cristiana copta, iscritto all’Università di Bologna per ricerche post-laurea. Da più di un anno (dal 7 febbraio 2020) è incarcerato nel suo Paese con accuse non ancora ben precisate, ma riferibili al suo impegno politico e culturale contrastante con la politica governativa.

Insomma, è perseguito per le sue opinioni e per averle manifestate. Di più non si può dire, perché la pubblica accusa non ha ancora formulato l’imputazione e tanto meno indicato su quali prove si basi. In queste condizioni, in Italia e nel resto dell’Europa nessuno potrebbe essere arrestato.

Per la verità, perfino in Egitto l’arresto non potrebbe prolungarsi più di 45 giorni se l’imputazione non viene formalizzata; ma la Corte suprema può concedere alla pubblica accusa un tempo supplementare. Questo nel caso di Zaki è accaduto più volte, e quindi lui è ancora dentro senza sapere da quale accusa si deve difendere. Quindi anche dal punto di vista procedurale la carcerazione di Zaki è un obbrobrio secondo gli standard europei. In Italia c’è un forte movimento di opinione a sostegno di questo giovane; anche il Governo si è mosso in via diplomatica per difenderlo. Benissimo. Ma ora si sta proponendo di conferirgli ufficialmente la cittadinanza italiana. A costo di non piacere, dico che qui non sono d’accordo.

La cittadinanza italiana non servirebbe nulla al povero Zaki. Ciascuno Stato, in casa sua, può arrestare e processare chi vuole, anche se è cittadino straniero; vedi il caso Knox. Per di più, anche diventando cittadino italiano, dal punto di vista dello Stato egiziano Zaki resterebbe un suo cittadino, e non potrebbe invocare la protezione dell’Italia.

Quindi la concessione della cittadinanza italiana sarebbe un gesto dimostrativo, utile solo a noi per farci sentire buoni e generosi.

Per ottenere qualcosa dagli egiziani si dovrebbe toccarli nei loro interessi – la politica estera si fa così – , ma questo costerebbe qualcosa anche a noi… e dunque non se ne parla. Se è così, fare gesti dimostrativi e sterili non è onesto.