Le scuole umbre hanno appena rinnovato i loro organi collegiali, in particolare i consigli di classe e quelli di istituto. Quanti genitori hanno votato a queste elezioni? Quanti si sono interessati all’educazione dei propri figli? Pochi. ‘Una volta, fino al 2000, sapevamo anche la percentuale dei votanti’, afferma il responsabile della sezione Affari generali dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Leo Gori. ‘Ma tale rilevazione non è più prevista’. Per vergogna, verrebbe da dire; anche se il motivo è più probabilmente un altro, come spiega la presidente dell’Associazione genitori (Age) di Perugia, Anna Piazza: ‘I decreti delegati (legge 477/73, ndr) non hanno riservato ai genitori la possibilità di intervenire sugli aspetti educativi. I genitori, tramite i loro rappresentanti, si occupano solo di gite, orari, qualche acquisto materiale, tutta ‘roba’ di carattere tecnico-amministrativo. Ecco perché i genitori non vanno a votare, né ci tengono ad essere eletti come rappresentanti di classe o nei consigli di istituto. L’obiettivo è dunque solo quello di trovare un genitore disponibile a ricoprire gli incarichi previsti per legge, e il gioco è fatto’. Alla faccia della scuola democratica. Le percentuali di partecipazione alla vita della scuola ‘ e dunque ad una parte importante della vita dei propri figli ‘ è scarsissima. A volte, si ha l’impressione che alcuni genitori siano più interessanti a capire se possono iscrivere il proprio figlio al tempo pieno (per essere poi tutti liberi sabato e domenica per meravigliose gite’), piuttosto che sforzarsi di com- prendere che cosa faccia il ragazzo nella scuola e a che livello sia la sua istruzione. La scuola appare come un comodo parcheggio: ‘Sta a scuola dalle 8 alle 16 e noi siamo liberi per lavorare, per fare la spesa, ecc.’, parlottano soddisfatti alcuni genitori – accompagnatori di fronte a un istituto elementare. E pensare che all’inizio, con i decreti delegati freschi freschi, i genitori si spintonavano per assumere una rappresentanza nel mondo della scuola. Anche da lì, sono poi partite diverse carriere politiche. Altri tempi gli anni ’70. La parola d’ordine d’allora ‘ che era ‘partecipazione’ – è stata oggi soppiantata da un vuoto pauroso. Ai licei di Perugia, se va bene, votano alle elezioni di cui sopra un 6 per cento scarso di genitori. ‘Adesso – spiega ancora Gori – si fa fatica a compilare le liste a causa della latitanza dei genitori; una volta tutto era politicizzato, e dietro la macchina elettorale c’erano i sindacati della scuola. Noi stiamo attendendo da anni la riforma degli organi collegiali ma, governo dopo governo, tarda a venire’.
Genitori prima ideologizzati oggi invece scomparsi nel nulla
Scuola. Il rinnovo dei consigli di classe e di istituto
AUTORE:
Paolo Giovannelli