Futuro chiaroscuro

ECONOMIA. Dati Unioncamere sulla provincia di Terni

Per una curiosa e perfida combinazione, mentre il presidente della Camera di commercio di Terni Enrico Cipiccia presentava la ricerca di Unioncamere riferita alla provincia di Terni sullo stato dell’economia, descrivendo una tendenza in chiaroscuro ma sostanzialmente positiva, in Germania il board della ThyssenKrupp, in una riunione straordinaria del comitato esecutivo, annunciava la vendita del settore Inox a livello mondiale, e quindi la messa sul mercato delle acciaierie di Terni. Anch’essa una notizia in chiaroscuro, a seconda del punto di osservazione, ma con inevitabili ricadute sull’attuale assetto occupazionale eproduttivo del sito ternano. Chiaro che una prospettiva simile, unita alla crisi profonda del settore della chimica, rischia di gettare la città e la provincia in una crisi che sa di incubo post-industriale di proporzioni orwelliane, la cui soluzione supererebbe di molto le forze politiche istituzionali ed imprenditoriali disponibili. Restando alla nona giornata dell’economia presentata dalla Camera di commercio di Terni, lo scenario è di lenta uscita dalla crisi del biennio 2009 – 2010 dentro un’economia sempre più terziarizzata (in un decennio l’industria ha preso il 18,6% in valore) con un tasso di occupazione che tiene rispetto allo scorso anno (60,2%), inferiore alla media dell’Umbria (62,7%), ma soprattutto con un tasso di disoccupazione che scende sorprendentemente di molto (dal 7,1 al 5,9%) anche se è lontano dai livelli pre-crisi, quando era solo al 4,3% (ma la media in Umbria è assai maggiore, ovvero del 6,6% e quello italiano dell’8,4%).La ritrovata vivacità dell’economia risiede anche nel dato riferito alle importazioni cresciute a dismisura del 70,6% mentre l’export (e non è poco) cresce del 28,8%. Pensando che il dato nazionale è +15,7%, si ha l’idea di una economia in movimento che tuttavia non imprime una crescita adeguata al numero delle imprese, che sono cresciute solo dello 0,3% sul 2009 con un tasso di imprenditorialità fermo all’8,3%.In questo contesto è da rilevare la presenza di un tasso di imprenditoria femminile assai elevato, dato che su cento attività ben 28,1 sono condotte da una donna, un dato nettamente superiore sia a quello regionale (26,6%) che quello nazionale (24,1% ). Infine, una parte della corposa ricerca di Unioncamere è dedicata alle previsioni di crescita dell’economia della Provincia riferite al valore aggiunto, con una stima di incremento dell’1% quest’anno e dell’1,4% nel biennio 2012-2013, mentre l’occupazione crescerà dello 0,2% nel 2011 e dello 0,5% nel biennio successivo.

AUTORE: Stefano Candelori