Ormai quasi ogni anno il popolo italiano è chiamato ad una consultazione elettorale. Anche questo fattore, minimale rispetto alle ragioni più profonde dell’antipolitica, contribuisce al fenomeno di un astensionismo massiccio. Cosa accadrà in Umbria? E nella nostra diocesi? Il vescovo Sorrentino, in virtù della sua attività pastorale, ci ha fornito qualche spunto di riflessione.
Quali conclusioni sono emerse dall’ultimo anno della scuola di formazione socio-politica da lei ideata? “La scuola è un cantiere aperto. Pertanto non ha conclusioni. Cònstato che la dottrina sociale della Chiesa sta interessando molto. Purtroppo è poco conosciuta. È anche vero che la politica è prassi e si apprende sul campo. Alla scuola hanno partecipato diversi amministratori e si è visto quanto sia importante valutare la prassi. Per quanto riguarda i cattolici, in questo tempo di pluralismo politico, essi devono incontrarsi di più per essere sostenuti in merito alla loro azione nella coerenza con il Vangelo. Stimolante anche confrontarsi con politici di diversa matrice, ma nella fedeltà alla propria identità”.
Fu considerata come una “svolta” la riunione da lei indetta nella sala della Spoliazione con invito a tutte le forze politiche e movimenti… “Certamente servì a far capire che per la Chiesa la “polis” e la “politica” non sono cose marginali. La coerenza con il messaggio evangelico impone di occuparsene e di farlo con competenza e coerenza. In particolare è dovere dei laici. La Chiesa come tale non può e non vuole essere di parte”.
Nel corso di un quinquennio amministrativo, a livello di regione, ha notato cambiamenti in seno alla nostra diocesi? “Non ho dati sufficienti. Rilevo che i problemi sul versante del lavoro non vedono ancora uno spiraglio di soluzione. La crisi della Merloni e di altre aziende è ancora lì. Mi arrivano poi lamentele sulle cose che non vanno. Ma bisognerebbe ascoltare anche la replica dei politici. Al di là poi dei problemi più concreti, guardo ai temi fondamentali della famiglia e della vita, sui quali la legislazione nazionale si esprime in termini discutibili. Mi piacerebbe che la nostra regione non si omologasse e anzi si distinguesse sul versante del rispetto dell’essere umano fin dalle prime fasi della vita e per una legislazione di sostegno all’istituto familiare”.
Nel corso del suo mandato episcopale, quanti politici hanno bussato alla sua porta? “All’inizio qualcuno ci ha provato. Poi è stato chiaro per tutti che la mia linea è quella di dare grande importanza alla formazione politica, senza interferire nelle dinamiche elettorali. E allora nessuno ci ha più provato”.