“Viviamo in un periodo di profondo analfabetismo dei contenuti essenziali della fede, in quanto la famiglia ha cessato di essere il primo luogo di tramissione della Parola di Dio. C’è, quindi, bisogno di nuovi metodi per la catechesi”. Con queste parole, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ha aperto questa mattina, presso la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, il Convegno catechistico regionale, dal tema “I catechisti chiamati all’ascolto per rendere testimonianza di una gioia piena e traboccante”. L’intervento di mons. Fisichella, dal titolo “Venite e vedrete – L’annuncio dell’esperienza”, è solo il primo dei numerosi momenti di riflessione sul tema del catechismo a ragazzi e adulti in programma oggi e domani ad Assisi, alternati a laboratori e momenti di preghiera.
Mons. Fisichella si è soffermato principalmente sul tema dell’esperienza e della testimonianza che i credenti devono portare per annunciare il messaggio cristiano. “Come ci insegna il Vangelo, per incontrare Cristo c’è sempre bisogno di un mediatore e la Chiesa è la prima e più importante mediatrice, in quanto comunità di persone che vive la comunione”. Da qui l’importanza dell’esperienza, “momento in cui – ha spiegato mons. Fisichella – conosciamo meglio noi stessi e andiamo oltre il nostro limite, entrando in contatto con una realtà diversa”. Per essere davvero efficace, però, l’esperienza deve trasformarsi in testimonianza. “Solo così – ha sottolineato mons. Fisichella – il nostro vivere diventa utile perchè non rimane in noi, ma viene regalato ad un destinatario”. “Abbiamo bisogno – ha concluso – di recuperare il nostro compito di annunciatori del Vangelo in quanto testimoni diretti. Perchè il Vangelo non è un’ideologia, ma la vita di un uomo che ha messo in pratica la perfetta coerenza tra pensiero e azione”.