Finite le vacanze per gli oltre 76.000 studenti dell’Umbria

Con l'autonomia passi avanti, ma permangono ancora molte perplessità

Il 16 settembre le scuole riaprono i battenti ai circa 76.000 studenti umbri. Per qualcuno un altro anno è già iniziato il 9 e l’11 settembre scorso. Nell’ambito dell’autonomia alcune scuole hanno ritenuto su delibera degli organi collegiali di anticipare la data di inizio delle lezioni per sospenderle in altri periodi dell’anno non coincidenti con quelli stabiliti dal calendario scolastico, nell’intento di aumentare l’offerta formativa senza modificare il numero totale dei giorni di lezione fissato in 205. I primi ad iniziare sono stati gli studenti di cinque istituti tecnici di Città di Castello e del liceo classico “Plinio il Giovane”. A Perugia ad aprire i portoni per primi è toccato alle elementari del VI circolo e a cinque istituti superiori della città. Per il resto degli istituti l’appuntamento è fissato per il 16 settembre e la chiusura, uguale per tutti, per il 7 giugno. Un anno che, come sempre, si presenta carico di incognite, ma questa volta con qualche incertezza in più, legata all’avvio della sperimentazione della nuova riforma (al momento in cui scriviamo non è ancora noto l’elenco delle scuole che verranno designate e che saranno due per ogni provincia) e che riguarderà la scuola dell’infanzia e la prima elementare. Nel momento in cui i nomi delle scuole verranno ufficializzate, si procederà all’iscrizione dei bambini. Nella scuola materna potranno accedere coloro che compiranno tre anni entro il 28 febbraio del 2003, e entro la stessa data dovranno compiere i sei anni i bambini che verranno iscritti alla prima elementare. Per quest’ultimo ordine di scuola i circoli designati dovranno garantire di poter attivare corsi di alfabetizzazione informatica e corsi per l’insegnamento della lingua inglese. Ad un apposito Osservatorio spetterà monitorare il percorso della sperimentazione. Con Gianfranco Cesarini, fino all’anno scorso preside del liceo classico “Mazzatinti” di Gubbio, oggi collabora con l’Università come esperto in politiche della formazione, proviamo a fare il punto su cosa è cambiato oggi nella scuola. “Dire che non è cambiato niente significa essere ipocriti – sostiene Gianfranco Cesarini esperto di politiche della formazione, ex insegnante alle superiori – Con l’autonomia si sono fatti dei passi avanti ma è più una declamazione retorica che un dato di fatto. Ora la scuola si può gestire da sola ed è un bene, ma non deve chiudersi in se stessa, deve invece responsabilizzarsi, aprirsi alla famiglia, interagire con il territorio, con gli enti locali. Come si relaziona la scuola dell’autonomia con l’utenza? Questo è il punto”. E con la riforma? “Ancora non ci siamo. Difetta soprattutto nell’impianto complessivo, su questioni importanti come la scarsa attenzione verso gli insegnanti, con un’eccessiva burocratizzazione soprattutto nel reclutamento. Mentre si dovrebbe puntare di più sulle loro capacità e conoscenze, creando anche un ordine professionale che dia al sistema una maggiore flessibilità. Sono loro che devono gestire la scuola. C’è poi un grosso deficit informativo su come va avanti il processo della riforma. C’è bisogno di informare di più non solo gli addetti ai lavori, ma anche le famiglie, coinvolgendo soprattutto gli organi collegiali della scuola”. Veniamo alle novità di questa riforma: l’abbassamento dell’età per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e alla scuola elementare, l’innalzamento dell’obbligo scolastico. “L’idea di abbassare la soglia dell’età per l’iscrizione alla scuola elementare venne avanzata già anni fa e si disse che si poteva fare. Ora bisogna solo provare, verificare e poi si vedrà. Verificheremo strada facendo. Certo la scuola non è pronta, ma sono d’accordo che bisogna sperimentare, è importante partire, poi gli aggiustamenti si faranno in corso d’opera. In fondo non si tratta di mettere mano ad una riforma per cinquant’anni. E’ giusta, ritengo, la proposta di innalzare l’obbligo scolastico: bisogna elevare le capacità, le conoscenze e anche dare la possibilità ai giovani di fare scelte che non siano irreversibili, dando loro la possibilità di poter entrare ed uscire liberamente e scegliere un nuovo percorso”.

AUTORE: M.A.