Si è svolta la prima edizione di “Diritti a Todi – Human Rights International Film Festival” (27 ottobre – 1° novembre), coordinato da Antonio Bellia e Francesco Cordio, promosso da Own Air, Teatri di Nina e Demetra produzioni, realizzato in collaborazione con Amnesty International e Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio, con il contributo e la collaborazione del Comune di Todi e di sponsor. Un particolare contributo è stata l’esposizione di Unu unonell’unico all’interno del suo piccolo spazio archeologico, di sei fotografie del giovane tuderte di origini marocchine Zouhair Bellahmar, dal titolo Una fotografia, un giorno, un diritto.
Zouhair Bellahmar, nato a Todi nel 1989 da padre arabo e madre italiana, si è avvicinato alla fotografia da autodidatta, iniziando come assistente del fotografo umbro Riccardo Toccacieli. Attualmente lavora come freelance per varie aziende.
La mostra, su ideazione di Carlo Primieri, si è articolata per tutta la durata del festival mostrando al pubblico una sola immagine al giorno; il cambio immagine avveniva allo scoccare della mezzanotte. Allestite in maniera originale, le fotografie – scattate da Zouhair nell’ultimo viaggio nel Paese dei suoi avi – hanno mostrato un Marocco visto dagli occhi di un ragazzo cresciuto in Occidente.
Nel comunicato stampa di presentazione dell’evento si legge: “Come è stato nuovamente ribadito dal recente dibattito scatenato dalla pubblicazione delle foto del corpo senza vita di Aylan Kurdi, il bambino siriano di tre anni annegato il 2 settembre con la madre e il fratellino nel tentativo di raggiungere l’isola di Kos dalla Turchia, siamo consapevoli di quanta forza abbia un’immagine. Una fotografia ha la capacità di rompere gli argini, di denunciare una situazione di emergenza, dare coraggio e spirito di decisione. La fotografia è un documento, una testimonianza e un mezzo che col tempo può farti acquisire un diritto. Subissati dal dilagare dell’immagine in ogni sua forma e livello, la fotografia continua comunque a mantenere intatta la sua purezza, potenza e carica espressiva.
Da qui l’idea di questa mostra: Una fotografia, un giorno, un diritto. Come icona di quest’evento è stato scelto il ritratto di una bambina dai grandi occhi col hijab bianco, che richiama alla mente Steve McCurry. La forza dello sguardo ci trasmette la sua determinazione e fiducia nel futuro”. Per questi motivi, tale fotografia è stata data in premio a uno dei vincitori del Film Festival.
Qualche dato
Grande successo a Todi per la prima edizione di “Diritti a Todi – Human Rights International Film Festival”, che è stato oggetto di notevole attenzione mediatica e sociale. Duplice lo scopo del festival, ricco di rassegne e incontri, tutte a ingresso libero: da un lato, promuovere e diffondere il documentario d’autore con particolare riguardo ai temi dei diritti umani; dall’altro, favorire il confronto tra i registi. Incentrato sulle tematiche di diritti umani, guerra, integrazione, diritti civili, si è articolato in quattro sezioni: concorso internazionale documentari, concorso internazionale cortometraggi di fiction e documentari, panoramica internazionale di documentari, e con retrospettive, seminari e tavole rotonde. Da sottolineare il coinvolgimento degli studenti di tutte le fasce d’età della città, che sono stati coinvolti nelle giurie e hanno assistito a molte proiezioni in sala. Per approfondimenti e per conoscere i film vincitori di questa prima edizione del Festival visitare i siti: www.dirittiatodi.it/il-festival-2; www.cinemaitaliano.info/news/32893/i-vincitori-della-prima-edizione-di-diritti.html; www.facebook.com/dirittiatodi.
M. M.