“Fate quello che volete ma non nel mio cortile!”

Dal 9 settembre a oggi, mentre scrivo queste righe, al Parlamento si sono tenute 12 votazioni per eleggere due membri del Csm, Consiglio superiore della magistratura. Sicuramente si tratta di un’elezione importante, che richiede una maggioranza – determinata dalla Costituzione – che però non viene fuori nonostante le manovre di corridoio, le promesse e le minacce tra le forze politiche in campo. Qualcuno, in questi giorni, sulla base di indicatori economici e finanziari che danno l’Italia in stato di crisi crescente, al contrario di altri Paesi europei, si è domandato perché l’Italia non cresce. Anche se non è un fatto economico, la perdita di tempo e di credibilità del Parlamento italiano e dei partiti mi pare che dia la risposta, o perlomeno una risposta: non si trova l’accordo su niente, in questo benedetto Paese. Tutti contro tutti, e nessuno che faccia un passo indietro, nessuno che riconosca che le sue pretese sono eccessive o che il bene dell’intera società possa meritare anche il sacrificio di una opinione o pretesa. Il caso del Csm è solo una cartina di tornasole sullo stato di malattia morale della società che si può ravvisare in tantissimi ambiti della vita. Fare un elenco di casi di litigiosità, di faziosità, di chiusura a ogni “compromesso” a beneficio della collettività, sarebbe facile esercizio, e varrebbe anche per i rapporti familiari. Tale atteggiamento, ripiegato sul proprio interesse e sul proprio punto di vista, è all’origine delle guerre e delle grandi tragedie della storia. Mi ha fatto molta impressione a questo proposito il discorso di Papa Francesco alla cerimonia commemorativa dei caduti della Prima guerra mondiale, di cui ricorre il centenario. Il Papa, storcendo la bocca in una smorfia, ha ripetuto per ben 20 volte la frase di Caino, chiamato a rispondere dell’uccisione di suo fratello Abele: “A me che me ne importa?”.

“Dalla misera questione del Csm alla guerra, ce ne corre”, direte. Certo. Ma la logica è la stessa. La stessa che porta un giovane a buttarsi dalla finestra trascinandosi dietro la fidanzata che lo rifiuta, del marito che spara al figlio in braccio alla moglie e si suicida. La logica dell’io che prevale su tutti e su ogni altro valore. La logica di chi non vuole la ferrovia o la strada o l’inceneritore o il gasdotto nel suo territorio. È nato a proposito un movimento internazionale con un motto in inglese: Nimby – Not in my back yard, non nel mio giardino. “Fate quello che volete, a me non importa, basta che non date fastidio alla mia tranquillità, al mio benessere”. C’è una deriva anche internazionale di questa logica, con il referendum della Scozia che dopo trecento anni vuole staccarsi dal Regno Unito, e la Catalogna che minaccia di staccarsi dalla Spagna, e la questione aggrovigliata e carica di tensioni contrapposte, fino alla guerra aperta, in Ucraina; e così via. E su tutto questo aleggia un sistema di pensiero che parla solo di diritti del singolo cittadino, con tutte le questioni che vanno dalla fecondazione eterologa all’utero in affitto, alla richiesta di matrimoni, con prole, per due uomini o due donne, dimenticando quanto affermato ad Assisi: che il padre è per natura un uomo e la madre una donna, e così il figlio, venendo al mondo, può capire qualcosa della realtà in cui viene a trovarsi. È appena iniziata la scuola, e c’è da auspicare che gli insegnanti, che hanno la missione dell’educazione, si impegnino a favorire la crescita interiore degli alunni perché possano diventare, non dico santi o cristiani, ma almeno rispettosi dei principi primi della nostra Costituzione e delle regole della democrazia moderna; nella quale, perché possa funzionare, si deve armonizzare la difesa dei propri diritti con la coscienza della responsabilità verso gli altri. Don Milani aveva fatto affiggere sulla parete della scuola di Barbiana la frase “I care”, “mi interessa”, sono interessato alla situazione del mio villaggio e del villaggio comune che è il mondo. In questa logica, anche l’economia cambia valore.

AUTORE: Elio Bromuri

1 COMMENT

  1. Mi pare che stiamo veramente procedendo in una deriva pericolosa. Che il Signore ci liberi da una terza guerra mondiale…

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