Credevo che la parola ‘zuzzurellone’ fosse un’invenzione di un qualche innovatore della lingua italiana, un’invenzione ad hoc, per dire al lettore: ‘Qui finisce il vocabolario’. Ne abbiamo avuti, di innovatori delle nostra lingua, prima che lo strapotere mediatico degli Usa ci costringesse all’angolamania verbale di chi, quando di ritorno dal cosmo una navicella cala in mare, parla di ‘splash down’ perché se dicesse ‘ammaraggio’ si sentirebbe (sul piano linguistico) un rudere del passato. Di neologismi ne ha inventati tanti D’Annunzio, l’esibizionista più programmato dell’Italia unita; la più nota delle sue invenzioni linguistiche è ‘velivolo’, la più azzeccata quella con la quale apostrofò Mussolini che, entrando in visita al Vittoriale, lo aveva salutato (alludendo al famoso e risibile volo su Vienna): ‘Salve, fante alato!’, e il porcellino pescarese gli aveva risposto (alludendo alla militanza del Duce in fanteria; finita a tempo per evitare Caporetto): ‘Salve, o lesto fante!’ Poi m’è venuta la folgorazione e mi sono detto: ‘Zuzzurellone’ è una parola che uno sconosciuto linguista di genio ha importato dal dialetto toscano tanti anni fa, sì, ma in previsione di quello che sarebbe successo ai nostri giorni, con l’avvento dei ‘reality show’ televisivi. Oggi furoreggiano L’isola dei famosi e La talpa sui canali in chiaro, ma se andate sui canali satellitari ne trovate diversi altri; e altri ancora sono in programmazione, grazie al folgorante successo di Simona Ventura, allegra, vitale, verbosa ed entusiasta sempre, comunque e su tutto. ‘Zuzzurelloni’: come altro vorreste chiamarli, questi adolescentoni che volontariamente si sono isolati su di una spiaggia di Santo Domingo (mi dicono), a pagamento, ‘per vivere un’esperienza di sopravvivenza’ falsa come l’oro di Bologna, in un mondo in cui tanta gente soffre esperienze di sopravvivenza vera come la fame, e si dedicano (direbbe Totò) a ‘quisquilie e pinzillacchere’ con la serietà di un bambino che si mette a cavalcioni sulla sua piccola sedia, e fa ‘Brrr!’ con la bocca, immedesimandosi in un pilota di Formula 1 in piena regola. Come chiamarli? ‘Zuzzurelloni’. Soprattutto in Toscana, ma non solo lì, dicesi zuzzurellone ‘un giovinetto, o anche adulto, di proporzioni fisiche considerevolmente sviluppate, ma che conserva, nella spensierata fanciullaggine del comportamento, un’impronta accentuatamente puerile, tale da indurre ad apprezzamenti non sempre benevoli’: così il Vocabolario illustrato della lingua italiana, di G. Devoto – C. Oli, Milano 197, II, 1584. ‘Zuzzurelloni’: aggiudicato!
Falso ‘reality’
AUTORE:
Angelo M. Fanucci