Nell’ambito della Festa dei popoli organizzata dalla Caritas diocesana, il 5 ottobre ha avuto luogo un incontro dibattito con la giornalista Maria de Lourdes Jesus sul tema ‘La condizione della donna emigrante’. Una narrazione in prima persona delle esperienze fatte dalla relatrice, giunta a suo tempo da Capo Verde in Italia per cercare, come tutti gli emigranti, una vita migliore. Esperienze comuni ad altre donne giunte nel nostro Paese già negli anni ’60, ’70, quando ancora non era stato valutato appieno né preso giuridicamente in considerazione, il fenomeno dell’emigrazione. Dalla realtà del luogo nativo, isola quasi completamente staccata dal contesto dei Paesi tecnicamente ed economicamente progrediti, all’arrivo in un mondo sognato, ma del quale nessuno conosceva la realtà. L’impatto quanto mai duro con questa. Non c’era che da prendere il lavoro che poteva presentarsi, effettuato senza contratti di sorta, ed era impossibile per le madri, partite per assicurare un avvenire migliore ai propri figli, averli poi con loro in Italia. E poiché i guadagni non erano sufficienti per tornare a trovarli, vi era spesso la tragedia di perderli, dato che i figli finivano per distaccarsi da loro. E poi la realtà, non valutata partendo, di essere considerate ‘diverse’, e quindi la difficoltà di stabilire un rapporto con la società in cui vivevano. Inoltre, anche quando il flusso migratorio in Italia è aumentato e sono entrate in vigore più precise normative, le continue difficoltà burocratiche con cui battersi. La relatrice ha dichiarato di sentirsi oggi abbastanza inserita, cosa che non si può però generalizzare. Ha anche additato il fatto che molte immigrate, provenienti con un titolo di studio preso nel loro Paese, continuano qui in Italia a non avere adito a lavori qualificati. Ha poi accennato alla tragedia degli immigrati che vengono espulsi, non per aver violato le leggi, ma per ragioni di carattere burocratico. All’incontro hanno partecipato don Paolino Trani, presidente della Caritas, il sindaco, Fernanda Cecchini, e Sara Quirini, collaboratrice al ‘Melograno’. Il Sindaco, prendendo la parola, ha messo in rilievo la complessità della tematica trattata. Ha osservato, tra l’altro che, in base alle ultime statistiche, risultano a Città di Castello 350 allievi immigrati che possono costituire per le proprie mamme già la possibilità di un approccio con il mondo esterno. Ha fatto presente come attraverso i servizi sociali e altre branche dell’amministrazione comunale, oltre ad associazioni varie, si sia fatto e si faccia il possibile per affrontare e risolvere i tanti problemi.
Essere donna, e straniera, in Italia
FESTA DEI POPOLI/1. La difficile esperienza di vita di un'immigrata nel nostro Paese
AUTORE:
Eleonora Rose