‘Verificare l’esperienza degli oratori nella nostra diocesi’: questo l’intento con il quale mercoledì 20 aprile mons. Giuseppe Chiaretti ha convocato, presso la felice cornice del centro ‘Mater Gratiae’ di Monte Morcino, sacerdoti e volontari laici coinvolti in varie attività riconducibili sotto il comune denominatore di ‘oratorio’, in vista anche dell’assemblea diocesana prevista per giugno. Una realtà complessa, quella oratoriale, che sta vivendo, dopo un periodo di latenza, una fase di rilancio, testimoniata anche dall’attenzione destata nel mondo politico: risale a quattro mesi fa l’emanazione di una nuova ‘Legge regionale sugli oratori’, con la quale viene riconosciuto il ruolo istituzionale della Chiesa umbra nell’educazione dei giovani. Dalle voci più variegate – sacerdoti giovani e meno giovani, ma anche coordinatori laici ed obiettori di coscienza (una trentina le parrocchie rappresentate) – è emersa una comune difficoltà, sia nel partire, sia nel rinascere dopo anni di più o meno celato oblio. Anni da cui la Chiesa sta emergendo, attraverso diffusi segnali di fiducia in se stessa come ‘maestra di umanità ‘ così argomentava tempo fa mons. Bromuri su queste pagine – capace di educare, di essere centro di vita associata sulla base dell’apprezzamento e della valorizzazione di tutto ciò che esprime l’autentica umanità nelle espressioni e manifestazioni primarie di ragazzi e giovani, un desiderio di essere mondo vivo e vitale e di offrirsi come guida a servizio delle domande che provengono da un mondo molto vezzeggiato e poco ascoltato’. Ne sono limpidi esempi l’oratorio di San Martino in Campo e in Colle, nato un anno fa come tentativo di aggregazione tra le due parrocchie e che conta oggi più di 700 iscritti, ‘un’esperienza positiva ‘ afferma il suo parroco ‘ che ci ha permesso di entrare nella quotidianità delle persone, ma utile anche come strumento pastorale giovanile e familiare’, oltre a possedere la moderna figura del coordinatore, una sorta di supervisore laico a tempo pieno regolarmente assunto e retribuito, che rappresenta anche un’inedita possibilità di occupazione; l’oratorio di Marsciano, che festeggia quest’anno il cinquantesimo anno di attività, dove è presente anche un nutrito gruppo di animatori per il ‘dopo-cresima’ e che mantiene un importante gemellaggio con una parrocchia del Burkina Faso; ma anche quello di Ponte San Giovanni, molto frequentato e pieno di iniziative ben avviate, ma che fatica ad andare avanti a causa dei notevoli disturbi creati da un folto gruppo di elementi ‘difficili’, provenienti dalla fascia più disagiata della popolazione. Nel corso dell’incontro sono emerse anche diverse proposte e necessità, quali quella di costituire un Centro di coordinamento regionale o di utilizzare con maggior accortezza i giovani del servizio civile o del volontariato, attraverso pre-selezioni e specifici iter formativi. Il direttore della Consulta pastorale regionale per i Problemi sociali e il lavoro Pasquale Caracciolo, ha sottolineato l’importanza della Legge regionale n.28/2004, che oltre a valorizzare la funzione sociale, educativa e formativa degli oratori, offre inedite possibilità per l’elaborazione di progetti e per la sottoscrizione di ‘accordi di programma’ con i Comuni stessi. Per l’occasione è stato presentato anche il ‘Progetto Noi’, che si presenta come strumento operativo interregionale per le cooperative sociali. Da mons. Chiaretti è giunto in conclusione il chiaro ammonimento ad evitare oratori ‘ludici’ e a mantenerli nella loro funzione di centro di educazione all’identità cristiana e luogo di crescita in umanità.
Esperienze a confronto
Montemorcino. Sacerdoti e volontari dei centri giovanili parrocchiali si incontrano con il Vescovo
AUTORE:
Fabrizio Angeli