Elezioni: agli umbri restano le briciole

Il nuovo sistema di voto premia i candidati in cima alle liste di partito. Se i 'pezzi grossi', presenti in più circoscrizioni, sceglieranno altre Regioni, si creeranno spazi per i 'nostriâ?

Anche l’Umbria cerca un posto in Parlamento puntando sulle medaglie di consolazione, dalla seconda in giù. I capilista sono i ‘pezzi’ da novanta di livello nazionale che vogliono accalappiare voti e si presentano in molte circoscrizioni. Se eletti in più di una Regione, non opteranno certo per l’Umbria e quindi coloro che sono stati collocati – è preferibile dire ‘imposti’ dai partiti a Roma – nelle caselle alte delle liste di Camera e Senato hanno la concreta speranza di conquistarsi un seggio. Nella lista, presentata alla Camera, che comprende Ds, Margherita e Italia dei Valori, sono dati per sicuri Marina Sereni (Ds), Gianpiero Bocci (Margherita), Leopoldo Di Girolamo (Ds), Alberto Stramaccioni (Ds), che seguono Romano Prodi. Sull’altro versante, per Fi, ha buone probabilità di farcela Luciano Rossi, al terzo posto – precede Fiammetta Modena – dopo la coppia Silvio Berlusconi e Fabrizio Cicchitto. Per An il più vicino a Montecitorio è Domenico Benedetti Valentini; Katia Bellillo (Pdci) e Ali Rashid (Rifondazione comunista), primo segretario della Delegazione generale palestinese in Italia, Silvano Rometti (Sdi-Rosa nel pugno), Maurizio Ronconi (Udc) sono gli altri candidati che potrebbero essere eletti alla Camera con il voto umbro. Da segnalare il tentativo dell’orvietano Giancarlo Parretti (Nuovo Psi-Dc) che scalò la Metro Goldwyn Mayer nel 1990.Al Senato la situazione è molto simile. I candidati umbri in lizza nel collegio regionale – ne verranno eletti 7 – con probabilità di elezione, sono Paolo Brutti (Ds), Stefano Zuccherini (Rifondazione comunista), Franco Asciutti e Ada Spadoni Urbani (Forza Italia), Paolo Crescimbeni (An), Sauro Cristofani (Margherita). Tanti altri sono i candidati ma la loro posizione è tale che – a meno di un terremoto politico – non avranno possibilità. Per la Margherita corrono il vicesindaco di Terni, Feliciano Polli, l’assessore di Spoleto, Patrizia Cristofori e l’ex sindaco di Foligno, Maurizio Salari scivolato, all’ultimo momento, in fondo alla lista. Ma senza tante velleità. Molti candidati sono consiglieri regionali, eletti lo scorso anno. Altri sono solo di bandiera, per completare la lista. Ma nella scelta della collocazione e quindi dell’elezione o meno dei candidati, c’è stata, ovviamente, tensione. Preoccupazione in casa Ds per la candidatura, al Senato, dopo Gavino Angius – sulla base di un accordo raggiunto a livello nazionale – dell’esponente dell’Italia dei Valori, Aniello Formisano. Il terzo, Paolo Brutti (Ds), potrà essere eletto solo se il capolista opterà per l’elezione in Abruzzo dove è candidato. Il ternano Enrico Melasecche (Forza Italia), ha formalmente ritirato la sua candidatura per protesta verso il suo partito, per essere stato inserito al quarto posto nella lista per il Senato escludendo, di fatto, la sua elezione e di un rappresentante del territorio. Non va dimenticato che le possibili elezioni di Bocci (Margherita) e di Rossi (Forza Italia), attuali consiglieri regionali, determineranno a palazzo Cesaroni l’ingresso di Paolo Baiardini (Ds), il primo del ‘listino’ della maggioranza di centrosinistra, e di Massimo Mantovani (FI), primo dei non eletti degli azzurri ed ex coordinatore regionale di An.

AUTORE: Romano Carloni