Giunge da Sydney sino a noi l’appello di Papa Benedetto XVI per la salvaguardia del pianeta. A oltre mezzo milione di giovani, che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù, il Papa ha ricordato che inquinamento, sfruttamento indiscriminato delle risorse sono minacce che incombono sull’equilibrio dell’ecosistema e che provocano anche gravi conseguenze sociali, perché l’impegno in difesa del creato è inscindibilmente legato a quello per la difesa della vita umana e la dignità dell’uomo, che da Dio è posto come ‘vertice del creato’. Non solo l’ambiente naturale, ma anche quello sociale, l’habitat che ci creiamo noi stessi, ha le sue cicatrici; ferite che stanno ad indicare che qualcosa non è a posto, ferite che allignano in una vita priva di limiti. La salvaguardia del creato e delle incommensurabili preziosità della natura, fonte di vita e di bellezza, non può non essere un impegno prioritario per i credenti e per ogni uomo. È un impegno che ci rimanda a san Francesco di Assisi e quella stupenda lode da lui rivolta al Creatore. Le nostre Chiese umbre, sulle orme del Santo assisiate, celebreranno la terza Giornata per la salvaguardia del creato sabato 20 settembre a Spello, dedicata dalla Conferenza episcopale italiana al tema ‘Una nuova sobrietà, per abitare la terra’. Un’occasione per riflettere sulla vocazione della famiglia umana in quella casa comune che è la Terra. Il pianeta è la casa che ci è donata, perché tutti sappiano abitarvi responsabilmente, custodendone la vivibilità anche per le prossime generazioni. Vorremmo che in ogni persona crescesse una nuova coscienza di fronte alla bellezza del creato, per far sentire ancor più fortemente lo scandalo di fronte alla manipolazione arbitraria della creazione. È urgente pertanto stimolare e sostenere una ‘conversione ecologica’ perché la signoria dell’uomo sulla natura non sia più ‘assoluta’ e torni ad essere il ‘riflesso reale dell’unica e infinita signoria di Dio’. Questo significa che è necessario allargare l’orizzonte verso un’ecologia ‘umana’. L’uomo è chiamato ad operare per il progresso del creato, ma all’interno di un orizzonte morale. Non si tratta di soggiacere a divieti arbitrari, bensì di operare per uno sviluppo integrale della creazione, con al centro la persona umana. Ogni alterazione indebita di questo quadro, che peraltro non è fissato in tutti i suoi dettagli, è un boomerang che ci si rivolta contro. Mentre si stigmatizza la distruzione dell’ambiente naturale è perciò necessario opporsi anche alla distruzione, che è ancor più grave, dell’ambiente umano, cui peraltro si è lontani dal prestare la necessaria attenzione. Sappiamo bene che non è possibile separare l’attenzione all’ambiente senza tener presente anche quello antropologico e sociale. E questo deve essere un impegno che coinvolga tutte le confessioni cristiane. Tanto più che nel patrimonio biblico possiamo trovare straordinarie ispirazioni in tal senso. Basti pensare, per fare un esempio relativo al tema di quest’anno, alle preziose indicazioni che spingono i discepoli di Gesù ad assumere comportamenti di vita più sobri e meno sottomessi a quel consumismo che sempre più sconvolge la nostra vita. Il testo proposto dalla Commissione episcopale della Cei per questo anno, tra l’altro, scrive: ‘Si apre qui uno spazio importante per l’impegno delle comunità ecclesiali: la dimensione educativa, che da sempre caratterizza la loro azione, oggi deve esprimersi anche nella capacità di formare a comportamenti sostenibili. Si tratta, in particolare, di ridurre quei consumi che non sono realmente necessari e di imparare a soddisfare in modo ragionevole i bisogni essenziali della vita individuale e sociale. In questa direzione, sarà possibile valorizzare in forme nuove quella tradizione di essenzialità che caratterizza tante comunità religiose, facendola diventare pratica quotidiana per tutte le realtà cristiane’.
Ecologia umana
AUTORE:
' Vincenzo Paglia