Come migliorare le politiche per il lavoro in Umbria? Fuori dal politichese: cosa possono fare le istituzioni (ovvero la Regione) e le parti sociali (sindacati e associazioni imprenditoriali) per ridare slancio all’economia a partire dai lavoratori? La domanda perde il punto interrogativo nel tema della tavola rotonda promossa per martedì 13 novembre dalla Cisl, perché il sindacato umbro guidato da Ulderico Sbarra metterà sul tavolo dei relatori proposte concrete. Già nell’invito con il programma sono anticipati i “titoli” di “alcune idee della Cisl” per affrontare e gestire positivamente la riforma Fornero sul mercato del lavoro, per “aggiornare” le politiche di sostegno al reddito, per migliorare i servizi per l’impiego e il rapporto tra formazione e lavoro, per sviluppare la contrattazione collettiva anche a livello locale, per rafforzare il Piano regionale per il lavoro. E tutto questo con una attenzione privilegiata ai giovani che in Umbria come in Italia pagano il prezzo più alto della crisi se è vero, come indicano gli ultimi dati dell’Osservatorio sul Lavoro della Cisl, che oltre la metà dei disoccupati ha meno di 35 anni e che sono giovani laureati o diplomati il 35% dei disoccupati umbri. Martedì, all’Etruscan Chocohotel di Perugia, alle ore 11, attorno al tavolo siederanno Claudio Ricciarelli, segretario regionale Cisl Umbria per il comparto che va dal welfare al lavoro alla sanità, che introdurrà il dibattito, Luca Ferrucci, docente dell’Università di Perugia, che porterà alcuni dati sullo stato di salute del lavoro in regione, Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria, Feliciano Polli, presidente della Provincia di Terni, Sergio Bova, direttore di Confartigianato Umbria, Ulderico Sbarra, la presidente della Regione Catiuscia Marini e il Segretario generale aggiunto nonché direttore dell’Osservatorio lavoro della Cisl nazionale, Giorgio Santini, che concluderà l’incontro. La riforma del lavoro voluta dal Ministro Fornero avrà effetti anche nella nostra regione ed è una ragione in più per mettere mano ad un rinnovamento di sistema facendo ciascuno la propria parte, avverte Ricciarelli che nella riforma vede una “opportunità” da cogliere per “ridurre l’area del precariato” e sostenere la “flessibilità buona” in una regione, l’Umbria, che è ai primi posti per i contratti di lavoro a tempo determinato, quelli che la riforma vuole decisamente ridurre. “Dobbiamo evitare – commenta Ricciarelli – che la loro riduzione si traduca in disoccupazione”. Obbliga al cambiamento anche la fine, con questo anno, del Fondo sociale europeo grazie al quale in questi anni è stata finanziata la formazione professionale e la cassa integrazione in deroga, quella che ha consentito alle piccole imprese di beneficiare del sostegno previsto per le grandi e che in questo anno solo nella nostra regione ha riguardato più di 15 mila lavoratori, il doppio rispetto al 2011. Lo Stato, spiega Ricciarelli, integrerà il fondo per i prossimi tre anni, poca cosa rispetto alle necessità, ma dal 2015 il sostegno al reddito per i lavoratori di aziende in crisi dovrà essere garantito dalla mutualità attraverso gli Enti bilaterali, quelli formati da Associazioni di imprese e sindacati come già esistono nell’edilizia e nell’artigianato, che non saranno finanziati dal denaro pubblico. Una partita da giocare tutta tra le parti sociali nella logica della sussidiarietà. Diverso, invece, il discorso sul rinnovamento della formazione professionale e dei centri per l’impiego sui quali la responsabilità è della Regione che legifera. Per le 350 agenzie formative accreditate, troppe, commenta Ricciarelli, la Cisl chiederà alla Regione una revisione del numero e dei criteri dell’accreditamento e proporrà una loro specializzazione con l’obiettivo di creare “eccellenze formative” che possano sostenere, per esempio, il settore manifatturiero così fondamentale per lo sviluppo economico della regione. Tutto aperto il discorso sui centri per l’impiego attraverso i quali oggi “solo il 12% dei disoccupati trova lavoro”. Anche in questo settore la Cisl vede la possibilità di aprire ad una vera sussidiarietà per offrire maggiori opportunità ed un sistema più efficiente per i lavoratori. Nella platea che seguirà la tavola rotonda siederanno i circa 150 delegati sindacali della Cisl ai quali Giorgio Santini avrà spiegato le novità della riforma Fornero nel seminario che precederà la tavola rotonda.
È tempo di cambiare
Lavoro. La riforma Fornero e la fine dei fondi europei Fse obbligano a cambiare sistema. La Cisl mette le sue proposte sul tavolo
AUTORE:
Maria Rita Valli