Due parroci un servizio unitario

Diocesi. Nella zona della bassa Valnerina arrivano due nuovi parroci. Entrambi sono di origine peruviana

Aria di cambiamento nella ‘bassa Valnerina’, ovvero nella porzione di territorio che costeggia il fiume Nera più a ridosso di Terni (la valle parte da Norcia). È così che domenica 9 novembre ben due nuovi parroci saranno introdotti in tre comunità dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia: don Nolberto Cardenas Rosas (35 anni), a Montefranco; don Rube Antonio Mansilla De La Torre (44), a Collestatte e Torre Orsina. Entrambi di origine peruviana, con due storie diverse che però li hanno portati a diventare ‘vicini’. L’Arcivescovo immetterà don Rube nella chiesa parrocchiale di Collestatte alle ore 10. Nel pomeriggio, alle 17, il nuovo parroco si recherà nella chiesa di Torre Orsina per celebrare la messa e per conoscere i fedeli anche di quella realtà pastorale. Nella parrocchia di Santa Maria Assunta in Montefranco, mons. Fontana presenterà don Nolberto alla comunità alle 12. Don Norberto è ufficialmente arrivato in Italia il 14 dicembre 2007, come sacerdote missionario, su invito dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, e, fino a questo momento, ha svolto servizio a Norcia al fianco di ‘un grande sacerdote’, come afferma riferendosi all’arciprete mons. Mario Curini. Ordinato presbitero nel 2000 nel suo Paese di origine, ha avuto, prima di venire in Umbria, vari incarici: vice e, poi, parroco per cinque anni nonché, nell’ultimo periodo peruviano, impegnato per la creazione e l’avvio del seminario diocesano. Parlando della differenza tra le due realtà, spiega: ‘La Chiesa in Perù è giovane, nel senso che sono solo cinquecento anni o poco più che si sta facendo evangelizzazione; questo vuol dire che siamo ancora in una fase di crescita, di conoscenza alla quale riuscita si dà molta importanza. Qui, in Europa, in particolare in Umbria, le radici cristiane sono molto più profonde. A Norcia, poi, c’è la figura del padre del monachesimo, san Benedetto; l’esperienza cristiana è dunque molto più ricca’. Cardenas ritiene che ci sia molto da imparare in questa ‘terra di santi’ e anche a Montefranco: ‘Ancora non ho conosciuto la comunità ‘ afferma ‘; ho sentito dire soltanto qualcosa. Quindi, in questa prima fase, vado per primo ad apprendere e poi, con la grazia di Dio, ci impegneremo reciprocamente, coi parrocchiani, per andare avanti sulla base delle linee pastorali dettate dalla diocesi’. Don Rube vive da più tempo l’esperienza ecclesiale spoletana-nursina. Ordinato nel 1994 nel Paese d’origine, è arrivato in Italia, la prima volta, nel 1995 a Roma e l’anno successivo in diocesi, dove ha conosciuto la realtà dell’abbazia di Sant’Eutizio, a Piedivalle di Preci; dopo il terremoto del ’97, è stato trasferito a Roccaporena e, nel ’99, finisce gli studi e torna in Perù, per rientrare, una seconda volta nel 2001, sempre a Roccaporena; nel 2002 arriva la nomina a parroco di San Pietro e Paolo al Pian di Chiavano (frazione casciana), dove resta fino ad oggi. ‘Ho già conosciuto le due parrocchie di Collestatte e Torre Orsina ‘ spiega il sacerdote ‘ chiedendo informazioni ad altri presbiteri che conoscono la zona, il vicario foraneo e alcuni paesani’. E aggiunge: ‘La fiducia accordata dal Vescovo, prima con Civita, ora con questa realtà più grande, è una gratificazione che rende più forte come sacerdote, ti dona l’entusiasmo del servizio. Certo, si sente un po’ il distacco dal passato ma si avverte anche la novità, l’attesa per il nuovo mandato’.

AUTORE: Eleonora Rizzi