Tensione in calo su tutta la rete? Oblatività sociale ai minimi storici? Credo proprio di sì. Ambienti ecclesiali ghiacciati quando, parlando di impegno caritativo, si vada appena più in là della nostra tradizionale, preziosissima, millenaria carità interpersonale, porta a porta, da uomo a uomo: un dato essenziale della nostra tradizione migliore, ma oggi non possiamo più limitarci a questo. Per due secoli ‘solidarietà’ e ‘carità’ si sono guardate in cagnesco, visto che la parola ‘solidarietà’ era stata ‘inventata’ dagli Illuministi come alternativa alla carità, denunciata come ‘falso amore degli uomini’, in quanto l’unico obbiettivo vero della tensione tipica della carità è Dio. Per due secoli i documenti del Magistero pontificio hanno accuratamente evitato di usare quella parola: in tutto meno di 20 (venti) volte. Poi, con Giovanni Paolo II, l’argine è crollato, e nel suo insegnamento la parola ‘solidarietà’ ricorre quasi 20.000 (ventimila) volte. Vuol dire che la carità ha preso coscienza di poter essere ritradotta su scale un tempo ignorate, e la sua dimensione civile e politica s’è fatta strada con forza. D’altra parte la quasi totalità dei problemi dei poveri oggi o hanno una risposta politica non hanno nessuna risposta. Per questo parlo di ‘oblatività sociale. In calo. Un calo inversamente proporzionale rispetto al vetusto individualismo proteiforme, che nelle maniere più subdole tenta di riproporsi come unica legge della vita. Tornare a tracciare antichi contenuti di coscienza alla luce di tutto questo: maturare il concetto di ‘carità politica’ non come una stranezza di menti inquiete, ma come riedizione moderna dell’antica passione per i più deboli. Ripensare alla luce di tutto questo le strutture della nostra vita ecclesiale. La parrocchia, ad esempio: oggi che la gente dispone di tempo libero in misura enormemente più grande che in passato, perché la carità politica non potrebbe centrarsi proprio su di essa, sulla parrocchia? Perché continuare a delegare a specialisti, fossero anche santi specialisti, quello che dovrebbe farsi largo come assolutamente feriale nelle vita della comunità cristiana? Madre Teresa non può far da scudo alla nostra mediocrità, come se certa’grandi imprese dalla carità cristiana’ fossero riservate a quelli come lei, mentre la gran massa dei cristiani si gingilla con operazioni sempre e comunque di piccolo cabotaggio. ‘Duc in altum’. Predi il largo. Il Papa ce lo ripete instancabilmente. Anche se dovessimo affogare, un conto sarebbe che accada in mare aperto, tutt’altra cosa sarebbe subire quel triste destino in un bicchiere d’acqua. Tutt’altra cosa, credo. Soprattutto agli occhi di Dio.