E’ il momento delle strategie per salire sulle poltrone della Regione. La girandola di nomi per gli assessorati (tra consiglieri eletti, esterni al consiglio, ‘trombati’ da accontentare) è un gioco ormai consolidato dopo la tornata elettorale ma, in questo caso, sta raggiungendo vette particolari per i veleni che attraversano in maniera pesante (impallidiscono le lotte delle correnti dc di un tempo) i Democratici di Sinistra, il partito principale del centro sinistra, lacerato da polemiche roventi – tanto per fare un esempio – per il risultato elettorale nella provincia di Terni che ha portato, secondo gli ultimi conteggi, alla clamorosa esclusione, per soli due voti, dell’ex sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi. Questi non ha aspettato molto per sparare a zero contro i vertici ternani del partito, accusati, a suo parere, di averlo boicottato in maniera pesante. Alla fine il territorio di Orvieto avrebbe così perso il suo storico rappresentante in Consiglio regionale. Va messa in rilievo la questione della rappresentanza dei territori perché mette in moto un meccanismo di riequilibrio, o meglio di compensazione, per evitare che alcune zone rimangano sostanzialmente scoperte di consiglieri di riferimento. Il territorio di ‘area vasta’, tra Foligno e Spoleto, ha eletto numerosi consiglieri: tutto ciò ha creato qualche malumore nel capoluogo umbro (in particolare da parte del sindaco di Perugia, Renato Locchi). Insomma, a Perugia avrebbero pescato voti troppi consiglieri, residenti a diversi chilometri di distanza. Tradotto: pochi perugini e molti dalla periferia. In questo rigurgito di municipalismo o campanilismo ante litteram, i nomi più gettonati per ricoprire gli incarici da assessore sono soprattutto Vincenzo Riommi e Maurizio Rosi, i campioni delle preferenze, tra i ds. C’è anche una questione femminile: è stata eletta, a parte la presidente Maria Rita Lorenzetti, solo Ada Girolamini, assessore uscente. Quindi trapelano nomi di donne, tutte esterne al Consiglio, come Maria Prodi per la Margherita, Donatella Massarelli o Loriana Stella, entrambe ds, ora alla Provincia di Terni. I candidati si affollano, spesso i nomi vengono fatti intenzionalmente per essere bruciati ma è indubbio che il successo elettorale, straripante per il centrosinistra, toglierà il sorriso a qualcuno. È vero che tra un anno (o forse anche prima), ci saranno le elezioni politiche. Ma le lacerazioni, profonde, che si sono registrate in questo periodo non sarà facile ricomporle in poco tempo (anche nel centro destra). Non va dimenticato inoltre il nodo della promulgazione dello statuto che potrebbe portare all’allargamento della giunta da 8 a 9 componenti, con tutto ciò che comporta per la visibilità dei partiti minori. In questi giorni sembrano invece d’incanto aver perso d’attualità le questioni che interessano il futuro di una Regione così piccola e che non deve più perdere posizioni. E si può spiegare solo con la volontà di stare un po’ in silenzio per ripartire con slancio verso la prossima legislatura regionale.
Dopo le elezioni la corsa alla poltrona
La definizione degli incarichi in Giunta impegna il clima politico del dopo voto. I grandi temi, per il momento, sono nel cassetto...
AUTORE:
Emilio Querini