Il silenzio di tanti dirigenti Pd, dopo l’esito dei ballottaggi, è più eloquente di tanti commenti. Che fare dopo le batoste ricevute? Andare avanti nelle accuse incrociate di inefficienza, falso rinnovamento e politiche ormai stantie all’insegna del tutti contro tutti? Sono giorni difficili per il Partito democratico perché l’Umbria non è più – come un tempo – rossa con qualche storica isola bianca (Assisi e la Valnerina); e il centrodestra, nonostante qualche timidezza di troppo, è riuscito a proporre candidati che hanno convinto l’elettorato e modificato l’assetto geopolitico della regione. Se è vero che le Province e i Comuni più grandi (Perugia, Terni, Foligno, Spoleto) sono rimasti al centrosinistra con percentuali che si attestano sempre attorno al 52-53 per cento, una consistente fetta di enti è passata al Pdl. Centri governati da sempre dalla sinistra (Bastia Umbra, Orvieto, Gualdo Tadino) hanno voltato pagina. In questa tornata elettorale e negli anni scorsi Comuni come Todi, Bettona, Deruta, Torgiano, Montefalco si erano comportati nello stesso modo. L’Umbria sembrava inamovibile, e invece gli elettori hanno manifestato il loro malcontento, apertamente. Nonostante il campanello d’allarme costituito dalle elezioni di Todi, lo stato maggiore del Pd l’ha considerato solo come un incidente di percorso. Tra i commenti che emergono per spiegare l’emorragia di voti, il principale ‘ anche perché ha un suo fondamento ‘ è dato dall’estrema litigiosità della coalizione e soprattutto dal fatto che le primarie all’interno del Pd, dove sono state portate avanti (Gualdo Tadino, Bastia Umbra e Orvieto), hanno comportato risentimento, veleni e conseguenti vendette. Il punto è proprio questo: se le primarie – che dovrebbero costituire uno strumento di democrazia – producono questi risultati, vuol dire che non fanno parte della tradizione di questo pur giovane partito. E sono proposte solo come vuota immagine. Basti citare la differenza macroscopica con le elezioni negli Stati Uniti: Barack Obama e Hillary Clinton si sono sfidati nel Partito democratico fino all’ultimo voto. Obama è diventato presidente e ha chiamato a sé, come segretario di Stato, proprio la sua sfidante alle primarie. Nelle prossime settimane le riflessioni si faranno più approfondite ma se il Pd umbro vuole superare l’esame delle elezioni regionali del 2010 deve probabilmente cambiare atteggiamento, mostrando più compattezza e un po’ meno arroganza nella gestione del potere. Se l’esito del voto amministrativo ha determinato qualche sorpresa, la consultazione referendaria ha fatto registrare il risultato atteso: l’annullamento dei tre referendum per il mancato raggiungimento del quorum. In Umbria ha votato complessivamente il 24,7 per cento, con punte più alte dove si è votato per il ballottaggio. In questo caso l’informazione non ha dato alcun aiuto. Solo nell’ultima settimana, distrattamente, sono state date alcune notizie nei tg più seguiti.
Dopo le batoste, silenzi sospetti
Silenzio tra i dirigenti del centrosinistra, dopo i risultati elettorali in Umbria
AUTORE:
Emilio Querini