Dopo la visita pastorale si prepara il sinodo

Dal 14 al 16 giugno a Pieve del Vescovo il convegno pastorale diocesano. A tema oratori, evangelizzazione, centri d'ascolto e sinodo

Il convegno pastorale diocesano sta per iniziare (14 giugno ore 18): Avrà una sede particolare, il castello di Pieve del Vescovo. È indubbio che per valutare l’importanza e il significato di tale insolita sede bisogna conoscere un po’ di storia locale ed avere un certo amore per le radici della nostra Chiesa perugina. L’occasione del convegno potrà costituire anche una opportunità per fornire informazioni in questo senso che l’arcivescovo Chiaretti non mancherà di offrire ai presenti. La scelta della sede ha anche un significato per il presente e il futuro ed è la conferma che quella bellissima e storica costruzione appartiene alla diocesi e ne costituisce un vanto. Sul piano dei contenuti il nostro settimanale ha già dato informazioni e indicazioni (n. 20 del 27 maggio) ed anche mons. arcivescovo ha scritto nel Nuntium del 1’giugno le cose essenziali. Si possono ricordare comunque alcuni motivi forti di questa assemblea di tre giorni, dal motivo della adesione al richiamo del pastore che desidera confrontarsi con i suoi fedeli e in particolare modo con i suoi collaboratori, quelli vicini e quelli periferici, alla festa gioiosa del ritrovarsi insieme in momenti di preghiera, studio, dialogo per riconoscersi come fratelli appartenenti ad un’unica famiglia che nel mondo circostante è chiamata ad essere lievito, sale e luce. I motivi più immediati e legati al ritmo del tempo è la riflessione – valutazione e presa di coscienza dei risultati oltremodo positivi della visita pastorale giunta a termine e le piste di sviluppo che da questa esperienza si possono trarre. Naturalmente il protagonista della visita e di tale discernimento sarà l’arcivescovo che desidera partecipare le sue riflessioni ed emozioni a tutti i fedeli. Egli ha già annunciato che una pista fondamentale di sviluppo della attività pastorale e dell’impegno generale di tutte le energie vitali della diocesi dovrà essere il sinodo. Cosa esso sia e cosa comporti è tutto ancora da sapere e da studiare. Al convegno vi sarà una relazione di padre Giulio Martelli che ha già pilotato il Sinodo di Spoleto ed è anche un teologo docente all’Ita e pertanto potrà dare un primo fondamentale contributo sull’argomento. Si può solo dire in aggiunta che fare un Sinodo non è fare qualcosa, ma entrare in una dimensione, quella appunto della sinodalità che vuol dire comunione, condivisione, compartecipazione sempre nell’armonia e nell’ordine gerarchico e carismatico. Un bel disegno di Chiesa come il Concilio vaticano secondo ha delineato nella Lumen Gentium.

AUTORE: (E.B.)