Donne che hanno coltivato la pace

"Tra visibile e invisibile: scritture femminili di pace"

Un evento – quello del convegno “tra visibile e invisibile: scritture femminili di pace” svoltosi a Spoleto dal 7 al 9 maggio scorsi – che potrebbe rivelarsi un appuntamento fisso per parlare di pace al concreto, nel senso di portare esempi di chi, nei secoli si è impegnato nel costruirla in famiglia, tra famiglie, nel mondo…; ma che è certamente una continuazione del progetto di sensibilizzazione che sta compiendo, in maniera particolare da un anno e mezzo, l’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia attraverso l’istituzione di una Commissione diocesana Giustizia & Pace, sostenuta e seguita – assieme all’arcivescovo Fontana – dal card. Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio Consiglio della Giustizia e della pace. Un convegno che ha visto gremiti i locali in cui si è svolto, presso la Casa di accoglienza S. Ponziano, gremito di persone interessate e ‘gremito’ di contenuti su cui riflettere per poterli sviluppare. Mons. Fontana, al quale è spettato il discorso introduttivo, ha voluto soffermarsi sull’importante apporto che sante e beate diocesane hanno dato al discorso ‘pace’. “Un convegno per ragionare sulle sante paciere – ha proferito – cogliendo la laicità di queste sante; e, forse, sarà l’avvio di ‘un pensare altro e alto'”. “Il nostro territorio umbro – ha poi aggiunto – ha la sua identità nella pace, perché il nostro popolo umbro si esprime con la categoria della pace. Basta slogan sulla pace… e basta! Il perdono e la pace delle paciere non dipendono solo da Benedetto da Norcia, Francesco d’Assisi e Agostino. Ma c’è un pensare come donne. Queste sante: Rita da Cascia, Scolastica da Norcia, Chiara della Croce, Lucia di Valcaldara, Gertrude Prosperi, Teresa Fasce. Sono personaggi grandi, e sta a noi scoprire la dimensione antropologica di queste Sante paciere”. “L’utopia della pace – ha quindi concluso mons. Fontana – diventa storia dell’Umbria, con queste donne, che l’hanno realizzata. C’è una passione verginale che diventa feconda; loro riuscivano a fare pace, a costruire la pace”. E anche gli altri interventi – numerosi nella “tre giorni” che ha visto presenti personaggi soprattutto operanti nel settore universitario ma anche profondi conoscitori dello studio delle immagini e dell’espressività che queste suscitano – sono tutti partiti dalla pace ispirata dalle Sante paciere.

AUTORE: Sara Fratepietro