Parlare male dei partiti politici italiani (presi uno per uno o tutti insieme come sistema) è fin troppo facile, tanti sono i motivi che offrono. Ma il rimedio non è a portata di mano. Ci prova un movimento che riscuote grande successo e suscita altrettante polemiche. Ho sentito un suo esponente dire in televisione: “Basta con i partiti. Noi vogliamo una democrazia ‘liquida’, dove chi decide è il cittadino, direttamente, giorno per giorno, non i suoi delegati”. L’ascoltatore pensa: “Decide il cittadino? Ma allora decido io, che sono un cittadino” ed è tutto contento. Ma c’è un problema. Di cittadini non ce n’è uno solo, ce ne sono cinquanta milioni (se si tolgono i bambini); e non si trovano due persone che la pensino allo stesso modo su tutto. Come si fa a farli decidere tutti in un sistema “liquido”? Nelle assemblee di condominio, si sa, bastano dieci persone (ma anche meno) perché si scatenino lotte furibonde e diventi impossibile venire a capo di qualsiasi decisione. Ma un altro difetto dei sistemi di democrazia diretta è che non garantiscono la coerenza delle decisioni. Volete la botte piena? Sì! Volete la moglie ubriaca? Sì! Questa non è democrazia, è populismo ingannevole. Non si governa un grande Paese in questo modo. La vera politica consiste nel fare scelte complesse e difficili; ogni decisione comporta benefici ma anche costi ed effetti collaterali, che vanno previsti e soppesati. Si deve sapere che cosa si sceglie e a che cosa si rinuncia, e il tutto si deve coordinare in un programma politico coerente. A questo servono i partiti (se ne sono capaci). Devono filtrare le richieste – confuse e contraddittorie – che salgono dal basso, elaborarle, semplificarle, aggregarle, in modo che poi l’elettorato si trovi a scegliere non fra una miriade di microsoluzioni, ma fra due-tre grandi progetti di società, diversi e contrapposti, ma organici e chiari. Se i partiti sono degradati e corrotti, il sistema non funziona; ma se li cancelliamo, non funziona lo stesso. Bisognerebbe rifarli nuovi di zecca, ma ci vuole una vita. A questo mondo tutto è difficile, purtroppo.
Democrazia liquida: facile dirlo
AUTORE:
Pier Giorgio Lignani