Da un’esperienza difficile, fatta di discese e risalite, si può rinascere. È quanto accaduto a Giorgia Bellini, che ha trasformato il suo dolore in punto di forza, trasformandolo in qualcosa di utile anche per gli altri. Per chi, come lei, soffre o ha sofferto di disturbi del comportamento alimentare (Dca). La 26enne di Ponte Felcino oggi è life coach, studentessa in Scienze dell’alimentazione, creatrice della community Giorgia Bellini Dca (solo su Instagram sono in più di 70 mila a seguirla), autrice del volume Nata due volte e fondatrice di Corabea, servizio online per aiutare, tramite l’aiuto di psicologi e nutrizionisti, chi soffre di disturbi alimentari. Corabea, dal latino cor habeo, “agire con il cuore”, scritta che campeggia nel centro residenziale di Todi, diventato anche lo slogan di Giorgia e della sua missione: “Le persone hanno paura di iniziare un percorso di guarigione, da questo il coraggio di affrontare i Dca”.
La storia di Giorgia e dei suoi disturbi alimentari
Giorgia comincia a soffrire di disturbi alimentari verso i 12 anni, fino a essere poi ricoverata a Palazzo Francisci. Un percorso non semplice: “Anche perché quando hai un corpo socialmente accettabile nessuno si accorge di nulla”. E dopo le cadute e ricadute, durante la pandemia apre il suo profilo su Instagram, dove inizia a raccontare la sua storia: “Le persone si identificavano con me, mi scrivevano che si sentivano meno sole. Naturalmente, non essendo un medico, so che per consigli professionali o per iniziare un percorso non potevo essere d’aiuto. Così ad aprile del 2023 ho riunito un’équipe di professionisti. Attualmente sono più di 30 sparsi per l’Italia, e faccio un po’ da intermediaria”.
Mi consigliarono il ricovero
Si inizia con la classica dieta ‘fai da te’: “Mi vedevo le gambe grosse, iniziai a eliminare i carboidrati. Poi ci furono le prime abbuffate e, con il metodo compensatore, vomitavo. A 14 anni i miei genitori mi portarono a Todi. Lì mi consigliarono il ricovero, ma non volevo interrompere la scuola, e decisi, come purtroppo fanno in tanti, di provare a farcela da sola”.
Percorso terapeutico e nutrizionale
Inizia la salita più difficile, percorso terapeutico e dal nutrizionista: “Ne iniziavo uno e poi lo abbandonavo, perché mi sembrava tutto inutile. Sono stata anche al centro di Umbertide. Finché a 19 anni arrivai a vomitare anche sette volte al giorno, non avevo più una vita e tentai il suicidio. Fui ricoverata quindici giorni in ospedale, ma la maturità mi aspettava, quindi tornai gli ultimi due mesi a scuola”.
Lentamente migliora. Il servizio online per aiutare altre ragazze/i
A ottobre un nuovo ricovero, di quattro mesi: “Lentamente ho iniziato a stare meglio. È un percorso lungo, che prosegue anche dopo. Perché le cadute sono dietro l’angolo. Fortunatamente qui in Umbria c’è una rete che funziona, ma molte ragazze, e ora anche ragazzi, non hanno la stessa fortuna. Ricordo che a Todi arrivavano dalla Puglia, Sardegna, Torino. C’è così tanta sofferenza – aggiunge ancora – e per questo ho voluto creare un servizio online, che possa arrivare dappertutto. Nel giro di una settimana siamo in grado di fissare un primo colloquio con esperti, supportiamo anche persone che per motivi di lavoro o studio sono a Londra, in Germania, Spagna. Se si tratta di un caso grave, li indirizziamo alle strutture del territorio”.
Il 15 marzo a Perugia verrà presentata la App dedicata a chi soffre di Dca
E proprio in occasione della Giornata nazionale del fiocchetto lilla, 15 marzo, nella sala dei Notari a palazzo dei Priori a Perugia verrà presentata la app. “Sarà dedicata alle persone che soffrono di Dca per poter avere il supporto necessario dei nostri esperti”. Perché spesso quello che manca è avere un po’ di attenzione in più e poter parlare con qualcuno.
Rosaria Parrilla